sanità

Per prenotare un’ecografia all’addome a Roma si aspettano 6 mesi. A Torino servono 117 giorni. Per una gastroscopia a Bari, il tempo di attesa è di 300 giorni. La salute può attendere?
Nella dura realtà del cittadino, la domanda diventa purtroppo un’affermazione: la salute può aspettare, secondo quanto emerge da un’inchiesta condotta da Altroconsumo sui tempi di attesa della sanità pubblica. Oltre ai tempi di attesa, c’è poi l’aggravio del ticket introdotto dallo scorso agosto, con il risultato che, se si ha bisogno urgente di un esame specialistico, si finisce per cedere all’alternativa privata a pagamento. Se un’ecografia può costare 52,80 euro, tanto vale spenderne 60-65 euro in media, quanto richiesto dal privato. È quanto sottolinea Altroconsumo, che ha condotto la sua ricerca su 80 strutture sanitarie pubbliche di cinque città: Bari, Milano, Napoli, Roma, Torino.
Sono stati contattati i Centri unici di prenotazione (Cup) su quattro esami e visite molto comuni: ecografia addome, gastroscopia, visita oculistica, visita ortopedica.
Afferma l’associazione: “Contattando il Cup a Roma non è possibile prenotare un’ecografia prima di 6 mesi – ben 188 giorni. A Torino i tempi s’accorciano, ma di poco: 117 giorni, ben 4 mesi. A Bari per lo stesso esame i giorni d’attesa sono 106, per una gastroscopia 126. Se si è disposti ad andare fuori città i tempi si accorciano visibilmente, ma non sempre la differenza vale il viaggio, quindi la soluzione più comoda può essere la visita privata”. Si tratta di tempi medi elevati, troppo elevati, che “sforano quasi sempre le indicazioni comprese nel Piano nazionale di governo delle liste d’attesa sui tempi massimi da rispettare che determinano 30 giorni per una visita e 60 per un esame diagnostico”.


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