Libri, AIE: l’editoria italiana rallenta nei primi sei mesi 2024
Rapporto AIE: l’editoria italiana rallenta dopo il grande salto del 2021, nei primi sei mesi del 2024 mercato trade a -0,1% rispetto all’anno precedente
Rallenta l’editoria italiana nei primi sei mesi dell’anno. Dopo aver chiuso il 2023 con un giro d’affari di 3,439 miliardi di euro, stabile rispetto all’anno precedente (+1,1%), i primi dati del 2024, riferiti al solo mercato trade (saggistica e narrativa comprata nelle librerie, online e nella grande distribuzione) denunciano la stagnazione del mercato. L’editoria segna infatti un calo dello 0,1% di vendite a valore nei primi sei mesi, con vendite pari a 675,8 milioni di euro. Nell’anno in cui l’Italia si presenta alla Frankfurter Buchmesse come Paese Ospite d’Onore dal 16 al 20 ottobre, sono questi i principali dati del Rapporto sullo stato dell’editoria 2024 a cura dell’ufficio studi dell’Associazione Italiana Editori (AIE) presentato oggi.
Editoria, calo nei primi sei mesi dell’anno. Le tendenze
Nei primi sei mesi del 2024 le copie vendute nel mercato trade sono 46,1 milioni, in calo di 900mila rispetto all’anno precedente. Le librerie fisiche raggiungono il 53,7% delle vendite e continuano il recupero avviato dopo la crisi del 2020, quando pesavano il 49,1%. L’online pesa per il 41,7% (in leggero calo), la grande distribuzione il 4,6% (in calo).
Uno sguardo ai generi evidenzia che si conferma la crescita della narrativa, in particolare quella di autori italiani (+5,4%), ma anche quella straniera (+3,1%); avanza la manualistica (+1%) mentre segnano una battuta di arresto i fumetti (-4,8%), i libri per bambini e ragazzi (-2,8%), la saggistica generale (- 3%) e quella specializzata (-1,6%).
Nella top 10 dei libri più venduti ci sono nove autrici e autori italiani e lo svizzero Joël Dicker al primo posto con “Un animale selvaggio” de La nave di Teseo (Marzo 2024).
«L’editoria italiana, dopo il balzo avvenuto nel 2021, fatica a crescere ancora e anzi, se consideriamo l’inflazione, perde terreno. È in calo anche il numero di copie vendute. Sono segnali preoccupanti per un Paese che non ha una vera politica organica per il libro e per la lettura e che anzi, negli ultimi due anni, ha visto venir meno risorse pubbliche a sostegno del settore per almeno 100 milioni – denuncia il presidente dell’AIE Innocenzo Cipolletta – L’editoria ha dimostrato in questi anni solidità e capacità di rinnovamento, uscendo rafforzata dalla crisi del Covid. Senza politiche industriali organiche e di lunga prospettiva, oggi rischiamo di perdere la sfida dell’innovazione rispetto a cambi epocali come quello imposto dall’intelligenza artificiale».