Liberalizzazione farmaci fascia C: giusto dibatterla in un ddl concorrenza?
Ogni volta che si parla di liberalizzare la vendita dei farmaci di fascia C con ricetta riesplode la polemica. Giusto dibattere questa possibilità in un ddl che si occupa di concorrenza? Per il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che di recente è intervenuta sul tema, la vendita dei farmaci di fascia C con ricetta non deve essere oggetto di un provvedimento sulla concorrenza. “Non si tratta di liberalizzare, si tratta di autorizzare la vendita nei supermercati. E io non sono d’accordo”. Per il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti sono perplessità “non giustificate”.
“Non si può fare una riforma della distribuzione del farmaco in Italia, che si tiene con tanti tasselli, in un modo semplicistico, superficiale e fatto con l’accetta – ha detto il Ministro – Se si deve fare una riforma della distribuzione del farmaco e si decide di farla, allora ci si siede ad un tavolo, si considerano tutti i parametri delicati che riguardano questa questione e si affronta. Fatta in questo modo è fare una cortesia alla grande distribuzione”. Sono parole che tornano a riaccendere la discussione: per i liberi farmacisti sono preoccupazioni che non tengono conto del fatto che, anche nella grande distribuzione, ci sarebbe comunque la presenza di un farmacista.
“Le perplessità del Ministro della Salute Lorenzin sono comprensibili, ma non giustificate”: così il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti e la Confederazione Unitaria delle Libere Parafarmacie Italiane commentano le dichiarazioni rilasciate dal Ministro della Salute sulla liberalizzazione dei farmaci di fascia C.
“Quando il ministro – commenta Vincenzo Devito, presidente del MNLF – si dichiara contraria a tale liberalizzazione perché questi farmaci sarebbero venduti nei supermercati, opera una semplificazione utile solo a sostenere le proprie tesi, ma smentita dai fatti oggettivi. Solo il 15% degli esercizi che attualmente possono vendere i farmaci da banco sono in mano alla grande distribuzione organizzata, la maggior parte sono in capo a farmacisti ex dipendenti di farmacia. Inoltre, mai e poi mai questi farmaci sarebbero negli scaffali accanto ad altri prodotti, ma in aree ben separate e sotto la vigilanza di un farmacista“.
Altro tema dibattuto riguarda appunto il fatto che la discussione sia collegata a un ddl su concorrenza e liberalizzazione, non considerata sede adatta al dibattito sulla distribuzione dei farmaci. Per Devito “sono decenni che il tema del monopolio dei farmaci e l’accesso alla libera professione dei farmacisti è al centro delle richieste dei professionisti, sono anni che di questo tema si parla solo quando le istituzioni vi sono costrette”. E ancora, “secondo il Ministro, di liberalizzazione dei farmaci di fascia C non si può discutere nel Ddl concorrenza, ma dell’ingresso di capitale privato nelle farmacie, quindi di grossi gruppi economici e della creazione di catene sì, possiamo legiferare con tutta tranquillità – dice l’esponente dei liberi farmacisti – Ovvero, della creazione di oligopoli è consentito deliberare nel Ddl concorrenza, mentre di equità e pari opportunità, nonché di risparmi per i cittadini no, non se ne deve parlare. Ci sono decisamente delle contraddizioni in questo modo di pensare”.
Reputo molto grave che una ministra faccia dichiarazioni del genere dimostrando di non conoscere l argomento, prima di fare determinate affermazioni è meglio studiarsi la materia. Egr. Ministra un farmacista è un farmacista ovunque eserciti, sia in Parafarmacia sia nei corner della gdo, sia in farmacia. I farmaci di fascia c sono quelli prescritti dal medico quindi la domanda è anelastica, anelastica anelastica anelastica …..