Il Governo sarà pure “a tempo” ma ha il potere di decidere. E dovrà farlo su una serie di questioni fondamentali per il futuro dell’Italia: la ricostruzione post terremoto, l’adozione di una nuova strategia energetica nazionale che segua gli impegni della Cop21 di Parigi, il sostegno all’edilizia rigenerativa e lo stop al consumo di suolo, il contrasto all’emergenza smog nelle città e la lotta ai cambiamenti climatici. Sono queste le priorità che Legambiente indica al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni quali sfide da affrontare nei prossimi mesi.

“Anche se quello di Gentiloni sarà un Governo a tempo, che avrà il compito di far approvare una nuova legge elettorale, sarà anche un Esecutivo con il potere di decidere, legittimato a decidere anche sulle emergenze ambientali, che come tutti gli altri temi in agenda, meritano di essere trattati con continuità”, dice l’associazione ambientalista.

terremotoUna delle priorità è quella del terremoto, e soprattutto quella di chiudere presto la fase dell’emergenza per passare poi alla ricostruzione: “è fondamentale che Mibact e Protezione Civile garantiscano tempi rapidi per la messa in sicurezza dei beni culturali, su cui si sta procedendo con lentezza, e del patrimonio abitativo così da poter finalmente passare alla fase successiva, quella della ricostruzione”, dice Legambiente. Altra priorità è considerata l’adozione di una strategia energetica nazionale che risponda agli impegni sottoscritti a Parigi. Perché l’Agenzia Europea dell’Ambiente, sulla base delle azioni già adottate e di quelle pianificate, stima che l’Italia non riuscirà a raggiungere l’obiettivo pre Cop21 di riduzione delle emissioni di CO2 del 38% al 2030 ma, nella migliore delle ipotesi, si fermerà al 23% mancando l’obiettivo post Cop21 del 60%.

“Si tratta di cinque priorità indispensabili per dare al Paese un futuro moderno e innovativo, ma anche per un’Italia più solidale, perché la crisi ecologica e quella sociale sono due facce della stessa medaglia e l’una non si risolve senza l’altra e viceversa – dichiara Rossella Muroni, presidente di Legambiente – Il nuovo Esecutivo guidato da Gentiloni, uomo onesto e dalla cultura ambientalista, non perda dunque questa importante sfida”.

Legambiente accende i riflettori sui cambiamenti climatici: l’adattamento al clima in Italia deve diventare prioritario perché l’81,2% dei comuni è in aree a rischio di dissesto idrogeologico, con quasi 6 milioni di persone che vivono in zone a forte rischio idrogeologico. Per l’associazione è fondamentale approvare un “piano nazionale di adattamento al clima”, uno strumento che consenta di individuare le aree a maggiore rischio, di rafforzare la sicurezza dei cittadini anche in collaborazione con la Protezione civile, in modo da elaborare progetti di adattamento di fiumi, delle infrastrutture, dei quartieri. I cambiamenti climatici chiamano poi in causa il tema dei migranti ambientali – qualche giorno fa una conferenza internazionale ha affrontato proprio la centralità di questo fenomeno, che ha numeri in aumento e manca di definizioni giuridiche riconosciute e dunque di adeguati interventi – migranti che fuggono da desertificazioni, siccità, alluvioni. A livello mondiale esistono diverse stime e quella più diffusa parla di 200 milioni di potenziali migranti ambientali entro il 2050. Per Legambiente “è indispensabile che l’Europa si faccia promotrice presso l’ONU di una revisione della Convenzione di Ginevra perché vengano riconosciuti diritti ai profughi economici ed ambientali”.


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