Le banche per il sociale, Abi: tra il 2014 e il 2016, erogati oltre 516 milioni di euro
Aumentano gli investimenti delle banche sul territorio, specie regionale e locale. Lo registra una ricerca Abi che esamina l’insieme degli investimenti e delle donazioni delle banche operanti in Italia a favore di organizzazioni, individui e iniziative aventi utilità sociale e culturale. Nel biennio 2014-2015, le banche hanno erogato oltre 516 milioni di euro a fronte di almeno 50 mila interventi l’anno sul territorio; nel settore sociale gli interventi si sono concentrati soprattutto su attività e beni culturali, volontariato e beneficenza.In seconda battuta su istruzione, educazione e formazione e poi su sport e attività creative, sostegno ai giovani, sviluppo locale e politiche attive per il lavoro.
Altro aspetto significativo è l’evoluzione degli strumenti d’intervento. Le banche realizzano tali interventi attraverso: uffici preposti (nel 52,1% dei casi), dipartimenti o funzioni aziendali dedicate (28,1%) o per mezzo di fondazioni, associazioni o enti non commerciali ad hoc (16,7%), cresce la dimensione progettuale (quasi l’80% degli interventi è il frutto di strategie progettuali sempre più spesso monitorate e valutate).
La ricerca evidenzia inoltre uno spostamento tendenziale dal tradizionale modello di concessione adottato in passato, in cui le banche erogavano risorse per la realizzazione di micro progetti concepiti da soggetti terzi, al modello di azione in cui esse sviluppano, in collaborazione con svariati partner, progetti che hanno una grandezza e un impatto più profondi e duraturi, con un approccio che sempre più spesso riecheggia le logiche e le filosofie sottostanti l’“impact investing” (modelli di investimento che operano con l’obiettivo di generare un impatto sociale misurabile e compatibile con un rendimento economico).
Le erogazioni a pioggia o le sponsorizzazioni paiono ormai leve deboli, poco incisive e controllabili: ne è conseguito un marcato indirizzo verso iniziative proprie o in collaborazione paritaria. Le banche, infatti, preferiscono concepire e gestire internamente molti progetti, con staff e risorse proprie, programmandoli su orizzonti pluriennali, al fine di individuare per tempo gli interlocutori ideali.
Gli investimenti delle banche nel settore culturale superano i 250 milioni ogni biennio. Gli ambiti di intervento hanno interessato mostre temporanee, restauro di monumenti e opere d’arte, concorsi letterali, conferenze, seminari, festival locali, concerti di musica classica o pop, rassegne cinematografiche e spettacoli di danza.