Scoperto dai Nas di Udine un commercio di latte tossico, contaminato da alfatossine, specie fungine cancerogene e con effetti negativi sulla crescita dei bambini. Arrestato il  leader del Cospalat del Friuli Venezia Giulia, Renato Zampa. L’ipotesi di reato è di associazione per delinquere finalizzata alla frode in commercio, adulterazione di sostanze alimentari e commercio di sostanze alimentari pericolose per la salute. In alcuni casi è stata certificata anche la presenza di antibiotici.
Le analisi sul latte sarebbero state falsificate con il ricorso a un laboratorio compiacente, “allungando” il latte con altro latte non contaminato. Sarebbe stato inoltre utilizzato latte proveniente da allevamenti non autorizzati per produrre abusivamente formaggio Montasio Dop. In tutto gli indagati sono 24, di cui 17 allevatori accusati di essere consapevoli di immettere in commercio latte contaminato, su un centinaio circa di aderenti ai Cospalat. Il latte tossico prodotto in Friuli nella provincia di Udine veniva distribuito in Veneto, Toscana, Umbria, Campania e Puglia. In sei mesi di indagini  i carabinieri de Nas hanno sequestrato ben 1.063 forme di formaggio prodotte con latte contaminato.
“Una importante azione a tutela della salute dei consumatori e del Made in Italy alimentare contro chi mette a rischio l’immagine in Italia e nel mondo di uno dei nostri formaggi più tipici come il Montasio”. E’ quanto afferma la Coldiretti ricordando che il formaggio Montasio è al sesto posto tra i formaggi di latte di vacca italiani, per produzione e vendite. “Nel 2012 sono state prodotte 944.000 forme dal peso compreso tra i 6 e gli 8 chili, ma il dato più significativo è quello relativo all’export, che vede la classe doganale del Montasio (comprendente anche Asiago, Caciocavallo e Ragusano) segnare un +2,04% nell’UE e un +15,14% a livello globale. “Un successo che – conclude la Coldiretti – va difeso da comportamenti irresponsabili che mettono a rischio le opportunità economiche e occupazionali di quasi 1400 allevatori”.
Per Adoc si tratta di un fatto gravissimo; l’Associazione plaude ai Nas per l’intervento compiuto e chiede sanzioni pesanti per i responsabili. “La messa in commercio di latte tossico e cancerogeno, con effetti dannosi per la salute dei bambini, è un fatto di una gravità estrema – dichiara Lamberto Santini, Presidente dell’Adoc – bisogna debellare questi fenomeni, la soluzione è non solo prevedere normative ancora più stringenti e incisive sulla tracciabilità, che offre protezione verso le frodi e le truffe e sull’etichettatura dei prodotti, che  rappresenta una garanzia di informazione per i consumatori ma intensificare i controlli all’origine, dotando di maggiori risorse strutture come i Nas. In questo senso apprezziamo, ancora una volta, il loro fondamentale operato nonostante i fondi carenti, sempre pronti a scendere in campo per la difesa della salute dei consumatori e dei prodotti e tradizioni nostrane”.
“Quanto appreso dalle fonti di cronaca riveste una criticità davvero impressionante, anche perchè il latte in oggetto costituisce uno dei principali alimenti per l’infanzia – commenta Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale del Codici – E’ necessario garantire ai consumatori la trasparenza e la correttezza delle procedure alimentari, soprattutto quando è in gioco la salute delle persone”.  Il Codici si impegna ad approfondire la vicenda e annuncia l’invio di un esposto alla Procura della Repubblica per far luce sulla questione e per individuare tutti i responsabili del grave inganno ai cittadini. Inoltre, l’Associazione si impegna a tutelare i consumatori che hanno acquistato e assunto i prodotti potenzialmente pericolosi  per la salute lanciando una class action per risarcire i cittadini”.


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