La bussola dei diritti. Quando lo sharing diventa pericoloso
Quante volte ci è capitato di vedere immagini di minori postate sui social media? Immagini condivise da genitori relative alla nascita del proprio figlio, del suo primo compleanno, dei suoi primi passi, della settimana al mare o in montagna, insieme ai parenti e ai cuginetti. Chissà quanti genitori hanno condiviso con amici, virtuali e reali, sui canali social le proprie emozioni del momento, ma a quale costo? In molti non sanno che i propri figli, anche a distanza di anni, potrebbero non gradire i post su Facebook, Instagramm e su tutti quei siti a loro inaccessibili fino ai 14 anni, e non conoscono l’eventuale rischio che corrono. Si chiama shareting, il fenomeno del momento che sta interessando le generazioni “social” dei nativi digitali, che a distanza anche di 10 anni potrebbero trovare foto pubblicate in rete “a loro insaputa” che li ritraggono nei momenti più intimi e teneri, che magari avrebbero preferito non pubblicizzare mai.
Lo “shareting” (dalla fusione di parenting e sharing) altro non è che una “moda” dei genitori di condividere in modo compulsivo tutto ciò che riguarda i propri figli nelle diverse fasi della vita. A lanciare l’allarme è stata l’associazione inglese Parent Zone con uno studio realizzato nel 2015 in collaborazione con Nominet su “sharenting” dal quale emerge che i genitori in media, condividono online circa 1.500 immagini dei propri figli prima del loro quinto compleanno e che un terzo dei minori appare sul web prima ancora di nascere, anche attraverso immagini ecografiche.
Cosa devono sapere i genitori ogni volta che pubblicano un post “social”? Prima di tutto che i propri figli, quando avranno 8 o 10 anni potrebbero essere imbarazzati dalle foto che sono state condivise tempo addietro, ma sarà troppo tardi perché come è noto, tutto ciò che si pubblica in rete è per sempre. Insegniamo ai nostri figli a utilizzare i social network in modo consapevole stando attenti alle regole e soprattutto ai pericoli di internet come a esempio il cyberbullismo, e poi siamo proprio noi i primi a non dare il buon esempio.
Cosa rischiano i genitori? Si può arrivare anche a ricevere multe di 10 mila euro come nel caso del tribunale di Roma che con una sentenza del dicembre 2017 ha comminato la sanzione e ordinato a una mamma di un sedicenne di cancellare dal social network, tutte le immagini del figlio minore che aveva espresso la volontà di rifarsi una vita negli Stati Uniti, lontano dalla madre. Anche il tribunale di Mantova si era espresso, sempre nel 2017, con una sentenza che stabiliva che la pubblicazione di immagini dei figli minori sui social media avvenuto con l’opposizione di uno dei genitori integra una violazione dei diritti relativi alla tutela dell’immagine e della riservatezza dei dati personali. Anche in questo caso il giudice ha ordinato alla madre di non pubblicare più su internet le foto dei suoi figli e di rimuovere tutte quelle già presenti, dal momento che la condivisione di foto di minori sui social costituisce comportamento potenzialmente pregiudizievole per i minori stessi.
Quali tutele per i minori? Da una parte la legge sul diritto d’autore vieta la circolazione di foto e video di una persona senza il suo esplicito consenso, dall’altra vi è una tutela specifica riservata ai minori in virtù della Convenzione sui diritti del fanciullo del 1989. Insomma, se prima il pericolo di un utilizzo improprio dei social era dei figli, ora sembra si stia verificando il fenomeno contrario, che sono i genitori a utilizzare i social in modo poco consapevole postando foto indesiderate! Se pensiamo agli influencer ci rendiamo conto di come sia cambiato il modo di comunicare, di lavorare e di socializzare…di come stia cambiando la società, che forse necessiterebbe di un cambiamento più consapevole e innovativo, in un senso opposto.
Di Claudia Ciriello