
Italiani, risparmio e sostenibilità, l’indagine Acri per la Giornata Mondiale del Risparmio
I risultati dell’indagine Acri-Ipso in occasione della 95a Giornata Mondiale del Risparmio. Italiani in bilico tra incertezza e ottimismo
Italiani in bilico tra gli effetti della crisi economica degli anni passati e il timore che se ne verifichi un’atra a breve termine. È questo il sentimento principale emerso dall’annuale indagine di Acri (Associazione che rappresenta le Fondazioni di origine bancaria e le Casse di Risparmio Spa) e Ipsos in occasione della Giornata Mondiale del Risparmio.
Il generale scetticismo sul futuro dell’economia del Paese non trova però riscontro nella riflessione sulla percezione della situazione personale. Il 59% degli italiani si dice soddisfatto della propria situazione economica, dato in crescita di 4 punti rispetto al 2018 e di 17 rispetto al 2013, il miglior dato dopo quello del 2001 (65%). E ancora un 24% ritiene che la propria situazione migliorerà nel corso del 2020, mentre solo il 14% è pessimista. Questi dati positivi non devono far dimenticare che quasi 1 famiglia su 5 è colpita dalla crisi in almeno uno dei componenti il nucleo familiare (18%), dato comunque in riduzione (nel 2018 era il 24%).

L’Europa e l’Euro
Rispetto all’Europa, i cittadini hanno reazioni ambivalenti: l’oggi delude molto, ma appena si sposta lo sguardo sul futuro si ritrova l’antico europeismo: per la grande maggioranza sarebbe un grave errore uscire da UE (73%) e l’euro nel futuro sarà sempre più un vantaggio (60%).
L’Unione Europea continua a dividere gli Italiani: il 49% ne ha fiducia, mentre il 51% ne ha poca. Se questa bassa fiducia aleggia ormai da anni – come riportano anche i dati di Eurobarometro di giugno 2019 (il 55% non si fida dell’UE) – è anche vero che per il 65% dei nostri concittadini l’Europa andrà nella giusta direzione: questo dato è in forte crescita rispetto al 2018 (+14 punti percentuali), e si contrappone al contenuto 24% che ritiene che l’Europa stia andando nella direzione sbagliata.
Risparmio e Consumi: ultimi 12 mesi e attese per i prossimi 12
Il risparmio continua ad essere desiderato, e lo si vive sempre più con tranquillità, senza troppe rinunce (55%, + 7 punti percentuali rispetto al 2018); ciò è segno di un ritorno alla ‘normalità’ economica delle famiglie che – sia pur con lentezza – continua a farsi strada, e come evidenzia anche la maggiore rilassatezza nei consumi.
Da un lato aumentano le famiglie che riescono a risparmiare (42%), anche tra coloro che sperimentano qualche difficoltà, dall’altra si riducono le famiglie in saldo negativo (16%, -6 punti percentuali rispetto al 2018), ossia coloro che devono ricorrere a prestiti o al risparmio accumulato. E del resto questo è testimoniato anche dalla maggiore capacità di far fronte alle spese impreviste, il 79% non avrebbe difficoltà per una spesa di 1.000€ (era il 78%), il 39% per una spesa imprevista di 10.000€ (era il 36% un anno fa).
I consumi continuano il progressivo recupero, trainati da telefonia (+16) ed elettronica (+8), dalle spese per auto e spostamenti (+6), e dai prodotti alimentari e per la casa (+6%), oltre al continuo aumento del ricorso ai farmaci (+34). In aumento quindi sono soprattutto i semi-durevoli, il saldo delle famiglie che variano in positivo: questi passa da -3 a +10 %, e si attenua il saldo negativo per la cura di sé, da -14 a -6 ed il fuori casa, da -30 a -21.
La relazione tra risparmio e investimento
Non perde vigore la predilezione degli italiani per la liquidità (63%), sia per indole, sia per trovarsi più preparati in un contesto incerto. Nel valutare le proprie scelte di risparmio e investimento emerge il desiderio di impatto sociale positivo: il cittadino può e deve fare la sua parte.
Le preoccupazioni future, come motivazione del risparmio, salgono dal 37% al 48%; rimane stabile al secondo posto, 26%, la volontà di risparmiare per un progetto futuro.
Si fatica in questi anni a trovare l’investimento ideale, a tal punto che per il 35% l’ideale è proprio non investire, tenersi i soldi o spenderli, dato in crescita di 5 punti rispetto al 2018 e che raggiunge il massimo della serie (nel 2001 erano il 21%).
Scende di 6 punti l’attrazione verso titoli considerati più sicuri, oggi ideali per il 25%, rimangono stabili il ‘mattone’ al 33% e gli investimenti più rischiosi al 7%. Nei fatti, rispetto allo scorso anno, aumentano i correntisti (85%, + 4 punti percentuali rispetto al 2018) e coloro che approcciano il risparmio gestito (16%, + 4 punti).
Risparmio e sostenibilità
Cresce la consapevolezza degli italiani rispetto ai temi della sostenibilità (71% ne ha sentito parlare), e di conseguenza la loro preoccupazione, che determina una volontà di agire in prima persona sia come consumatore (52% più attento nei consumi), sia come risparmiatore (36% più attento negli investimenti). La sostenibilità sembra diventare quasi un prerequisito, piuttosto che un elemento di differenziazione, che in futuro non potrà non essere soddisfatto.
