europa

Gli italiani, in questo periodo, sono il popolo più pessimista e più scettico d’Europa. E la mancanza di fiducia è proprio nei confronti dell’Unione Europea che, da essere un sogno entusiasmante di integrazione di popoli, si è rivelata una “matrigna che ordina quello che c’è da fare quando il figlio non si comporta bene”. E’ la realtà fotografata dal Rapporto sull’Italia dell’Eurobarometro, presentato oggi a Roma.
L’Eurobarometro Standard 76 è il sondaggio europeo più importante che analizza le posizioni dei cittadini sulle tematiche europee di maggiore attualità.
E quale migliore tematica attuale, per cominciare, se non la crisi economica? L’Unione Europea – hanno chiesto da Bruxelles ad un campione di oltre mille italiani, tra il 7 e il 20 novembre 2011 – è sulla strada giusta per contrastare la crisi? Il 34% degli italiani ha risposto di no e il dato è in costante aumento negli ultimi mesi. E allora, come si può superare la crisi? Il 72% dei nostri concittadini crede che sia essenziale una riforma del mercato del lavoro che possa far diminuire la disoccupazione. L’Italia, infatti, rientra tra gli 8 paesi europei con un tasso di disoccupazione giovanile superiore al 30% e oltre la metà degli italiani chiede all’Europa di fare qualcosa per dare occupazione ai giovani. Si chiede semplicemente più lavoro e poco interessa il dibattito politico che si sta sviluppando in Italia attorno alla questione, dall’articolo 18 alla flessibilità.
“Mi ha colpito molto il fatto che l’Italia abbia smesso di essere un paese europeista, quando siamo stati noi i primi ad entusiasmarci del progetto – ha commentato Renato Mannheimer, presidente dell’IspoMi viene il dubbio che gli italiani abbiamo pensato, in passato, che dall’Europa potevano ricavarci qualcosa e nel momento in cui l’Unio0ne Europea ha cominciato a chiederci di fare alcune azioni il nostro amore è diminuito. Anche nei sondaggi nazionali l’Europa è sempre stata ai livelli alti di fiducia nelle istituzioni; ma da percentuali oltre il 70% è scesa sotto il 50%. E il fatto che non sentiamo il bisogno di informarci sull’Europa è forse proprio perché ci è meno simpatica”.
Una lettura, quindi piuttosto pessimista quella del professor Mannheimer che è stata mitigata dalla visione di Gian Maria Fara, presidente dell’Eurispes. “Io credo che gli italiani avevano grosse aspettative dall’Europa – ha detto Fara – Mi ricordo ancora quando da ragazzi andavamo a Strasburgo a vedere il Parlamento Europeo in costruzione e pensavamo “finalmente diventiamo europei e perderemo molti dei difetti italiani”. L’Europa era una sorta di via d’uscita da alcuni vizi, l’affermazione di una nuova idea di cittadinanza. Ma poi è cominciata la delusione e, al posto dell’Europa dei popoli, abbiamo visto quella delle banche e della burocrazia. E c’è una differenza enorme tra i padri fondatori e i leader europei di oggi. Quindi credo che in parte questa distanza con l’Europa sia giustificata. Basta pensare anche al recente dibattito che si è consumato sulla scena europea: l’immagine che arriva è quella di un doppio livello in cui ci sono alcuni paesi che decidono e altri che subiscono”.
La disaffezione dall’Europa è quindi strettamente legata al momento difficile che gli italiani stanno vivendo, ma è anche frutto di un sentimento di delusione verso un progetto politico, oltre che economico, di cui si parla da oltre 50 anni. “Io credo che senza una buona politica finiremo per diventare tutti oggetto del mercato – ha aggiunto Fara – Oggi vedo sempre più consumatori e meno cittadini europei e mi sento anche io prigioniero di una finanza senza patria e da grande europeista mi ritrovo fortemente deluso”. Renato Mannheimer è, invece, più convinto che questo atteggiamento degli italiani sia legato di più al momento: “In questo momento l’Europa ci sta chiedendo delle cose per far contenti i tedeschi, quindi viene vista più come matrigna che come madre. Gli italiani non vedono l’Europa come un elemento importante per la salvezza nazionale e questo credo che sia un errore. Sicuramente il livello di informazione e consapevolezza verso l’Europa non sarà molto alto”.
Infatti il 20% degli italiani dichiara di non cercare altre informazioni sull’Europa oltre a quelle che riceve e questo dato è più alto addirittura di Turchia e Gran Bretagna. Gli italiani, comunque, si aspettano che l’Europa faccia qualcosa in più contro la povertà e l’esclusione sociale. Dopo il lavoro, la lotta all’esclusione sociale è la seconda ricetta più favorita per superare l’attuale crisi economica. Se dall’Europa ci spostiamo all’Italia i dati dell’Eurobarometro parlano chiaro: l’11% degli italiani ha costantemente difficoltà ad arrivare a fine mese e il 46% di tanto in tanto (contro una media europea del 30%).
“Metà della popolazione italiana fa fatica ad arrivare alla fine del mese, mentre l’altra metà non ha problemi perché la forbice si è allargata molto – ha sottolineato Mannheimer – Credo che questo sia un fenomeno sociale grave da non sottovalutare”. “I dati ci dicono che stiamo male, ma stiamo male da molto tempo – ha concluso Fara – Noi, con il Rapporto Eurispes lo segnaliamo da tempo. Siamo stati gli inventori della quarta e poi della terza settimana per sottolineare le grosse difficoltà della gente ad arrivare alla fine del mese. Il calo dei consumi alimentari è la riprova che il paese ha difficoltà a gestire l’ordinario. Noi lo diciamo da tempo, ma non siamo stati mai presi sul serio”.             
di Antonella Giordano


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2 thoughts on “Italiani i più euroscettici d’Europa

  1. altiero spinelli da ventotene si sta rivoltando nella tomba ..veder come e’ ridotta l’europa molto lontana dal suo sogno …stara’ piangendo insieme a quei poveri cristi greci ,affamati dal potere delle banche,dalla corruzione della loro politica,dalla spietatezza del rigore imposto dalla germania,dalla francia e ,perche’ no,dall’italia.
    vien voglia di dire,(io sono stato sempre europeista ..euroconvinto da sempre..)..state alla larga dall’europa: e’ diventata una sanguisuga ..
    ciao

  2. Il 50% fa fatica ad arrivare a fine mese?!?!?!?
    In un paese come l’Italia che dagli anni 70 è entrata a pieno titolo nel G7?
    Ma vi rendete conto di cos’è successo?
    E’ da quando ci hanno imposto l’euro che siamo ridotti così.
    Mentre tutte le altre nazioni hanno la loro moneta sovrana (Inghilterra, Stati Uniti, Giappone ….si proprio tutti) e possono ‘stamparla’ a loro piacimento noi dobbiamo chiederla in prestito ai capitali privati perchè l’euro non è di nessuno!
    Questo è l’assurdo.
    E ancora più assurdo è il fatto che l’Euro ci è stato imposto non dal parlamento europeo eletto da cittadini europei ma da una cricca di economisti e burocrati che non sono stati eletti da nessuno e che hanno deciso il triste futuro di tutti noi.
    Svegliamoci e usciamo da questo incubo che si chiama EURO!

Parliamone ;-)

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