Istat: la spesa costa il 4,5% in più
Nel giorno in cui i carburanti segnano nuovi record, in una corsa al rialzo che sembra non avere fine, l’Istat conferma che il carrello della spesa costa sempre più caro: in un anno i prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza sono aumentati del 4,5%, in un mese i rincari sono dello 0,7%. E i Consumatori stimano ricadute pesanti sui budget sempre più magri delle famiglie.
Il dato Istat di febbraio conferma che l’inflazione registra un aumento dello 0,4% su base mensile e del 3,3% su base annuale. Nel mese di febbraio, da un punto di vista settoriale, i più rilevanti effetti di sostegno alla dinamica congiunturale dell’indice generale derivano dagli Alimentari non lavorati e dai Beni energetici non regolamentati (per entrambi +1,7%). Particolarmente forte è stato l’aumento dei prezzi dei Vegetali freschi (+8,7% in termini congiunturali). Un impatto significativo deriva anche dall’aumento congiunturale dei prezzi dei Servizi relativi ai Trasporti (+0,8%). Il confronto evidenzia che, rispetto a febbraio dello scorso anno, i maggiori tassi di crescita sono per i Trasporti (+7,5%), l’Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+7,2%) e le Bevande alcoliche e tabacchi (+6,1%).
Diverso l’andamento dell’inflazione nelle città capoluogo di regione: Potenza (+5,3%), Venezia (+4,4%) e L’Aquila (+4,1%) sono le città in cui i prezzi registrano gli aumenti più elevati rispetto a febbraio 2011. Genova segnala più 3,5%, Napoli più 3,4%, Roma,Torino e Palermo sono a più 3,3%, Milano a più 3%, mentre le variazioni più moderate riguardano Firenze (+2,8%) e Perugia (+2,9%).
Significativa è l’analisi delle tipologie di prodotto. Fra gli alimentari, ad esempio, c’è un rincaro mensile del prezzo dei vegetali freschi, che segnala più 8,7%. Incrementi su base mensile più moderati si rilevano per i prezzi della Frutta fresca (+1,4%), in flessione su base tendenziale (-2,4%), del Pesce fresco di mare di pescata (+1,9%, +5,7% in termini tendenziali) e del Pesce fresco di mare di allevamento (+1,0%, +8,9% su base annua). In un mese aumenta dello 0,4% il prezzo della Carne bovina, in crescita in termini tendenziali del 2,7%. Si mette in luce l’aumento su base mensile del prezzo della Pasta (+0,4%), che cresce su base annua del 2,3%. E continua ad aumentare il prezzo del Caffè (+0,6%, +14,6% rispetto a febbraio 2011).
Nel settore degli energetici, il prezzo della benzina aumenta del 2% in un mese e del 18,6% in un anno; quello del gasolio registra rincari dell’1,4% su base mensile e del 25,5% in un anno; il prezzo del gasolio per riscaldamento aumenta dell’1,1% sul mese precedente e del 14,4% su quello corrispondente del 2011.
Nel settore dei servizi, ci sono aumenti congiunturali consistenti per il trasporto aereo, che segnala più 6,4% rispetto a gennaio 2012 e più 11,3% rispetto a febbraio 2011; il trasporto ferroviario aumenta dello 0,9% mensile, che diventa più 6,5% rispetto allo scorso anno; sono infine in aumento i prezzi mensili dei pacchetti vacanza sia nazionali sia internazionali, rispettivamente a più 4,1% e a più 3%.
Il carrello della spesa aumenta, e secondo i Consumatori questo avrà pesanti ricadute sui bilanci familiari. Per Federconsumatori e Adusbef, saranno pari a oltre 1300 euro in più a famiglia. Secondo le due associazioni, infatti, “il 4,5% di aumento sul carrello della spesa è davvero allarmante, soprattutto se affiancato all’andamento dei consumi nel settore alimentare, in calo di oltre il -4,8% nel 2011. Una situazione che testimonia la grave difficoltà che le famiglie stanno vivendo, che, in assenza di interventi, è destinata a peggiorare. Con l’inflazione a questi livelli, infatti, la stangata sarà di oltre 1.305 euro nel 2012 a famiglia, di cui, solo nel settore dell’alimentazione e delle bevande, ben 247 euro. Questo stando agli aumenti denunciati dall’Istat, che però ci risultano ancora sottostimati, soprattutto alla luce dei rincari dei carburanti”.
Il risultato di questi prezzi potrebbe essere un ulteriore contenimento dei consumi alimentari delle famiglie (la flessione della spesa per i generi alimentari è già pari all’ 1,3% secondo dati Istat del 2 marzo): secondo Coldiretti, le tavole degli italiani si sono impoverite in quantità, nel 2011, per carne bovina (-0,1%), carne di maiale e ai salumi (-0,8%), ortofrutta (-1%), pasta (-0,2%), persino latte fresco (-2,2%). “Una situazione che potrebbe aggravarsi nel corso del 2012 per effetto dell’aumento delle aliquote Iva previsto per ottobre che con il passaggio dall’aliquota del 21 al 23% – conclude Coldiretti – colpirebbe alcuni prodotti di largo consumo come l’acqua minerale, la birra e il vino ma anche specialità come i tartufi mentre a quello dal 10 al 12% sono interessati dalla carne al pesce, dallo yogurt alle uova ma anche il riso, il miele e lo zucchero”.
Per l’Adoc pesano soprattutto i rincari dei carburanti. “Se si vuole salvare gli italiani occorre fermare l’emorragia verde, i continui rincari della benzina stanno trascinando le famiglie verso la povertà – dichiara il presidente dell’associazione Carlo Pileri – La benzina è aumentata del 17% nell’ultimo anno, il gasolio del 25%, facendo diventare l’Italia il Paese europeo più caro al momento del rifornimento, un anno di rifornimenti costa in media 3400 euro ad un italiano, il 12% in più della media europea, con un aggravio di spesa pari a circa 350 euro annui”.
Per risparmiare, gli italiani si ingegnano come possono. “Sono in aumento del 20% i cittadini che coltivano un orto fai-da-te, per risparmiare su frutta e verdura e difendersi dalle speculazioni, mentre sono cresciuti del 10% gli acquisti di gruppo, soprattutto per quanto riguarda la carne e il pesce, risparmiando fino a 250-300 euro l’anno – afferma Pileri – Unica conseguenza positiva è il calo del 6% degli sprechi alimentari. I consumatori sono sempre più attenti e moderati nell’acquisto e nel consumo, ormai sprecare è sinonimo di lusso”.
non spendiamo piu’ del dovuto o anche meno
forse spendiamo solo meno
un veleno per l’economia di qualunque paese
dobbiamo pagare l’europa e intanto il nostro
paese va a rotoli
cosa abbiamo guadagnato con eurolandia?