Tasso di disoccupazione di nuovo in calo: per il mese di maggio segna infatti un, seppur esiguo, -0,1% rispetto al mese di aprile e si attesta all’11,5%. Lo riferisce l’Istat che stima la riduzione dei disoccupati allo 0,8% (24mila unità in meno). Il calo interessa sia gli uomini che le donne (rispettivamente -1% e -0,6%). Per quanto riguarda la componente giovanile, la disoccupazione tra i 15-24enni resta stabile al 36,9%.

Il Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha dichiarato che: “I dati diffusi oggi sono positivi, in quanto confermano una tendenza di crescita dell’occupazione”. L’aumento degli occupati segue i dati di marzo e aprile “confermano quindi il miglioramento della situazione dell’occupazione ed anche una maggiore fiducia per le prospettive del mercato del lavoro”.

Tuttavia, la variazione dello 0,1% in meno non è tale da far stare tranquilli. Lo evidenziano Federconsumatori e Adusbef che dichiarano: È ora di rendersi conto che le politiche attuate finora sono state del tutto insufficienti e che, per risollevare un mercato del lavoro in profonda crisi, c’è bisogno di ben altro”.

A preoccupare è soprattutto la disoccupazione giovanile, in particolare quella del Sud che tocca picchi del 60%. Le famiglie sono l’unica forma di welfare che fa fronte a questa situazione: “nonni e genitori sostengono nipoti e parenti disoccupati con una spesa di circa 450 euro al mese”, precisano le due associazioni. Questo fenomeno riduce, in termini generali, la domanda interna e contribuisce ad alimentare, in tal modo, la spirale negativa che in nostro Paese fatica a lasciarsi alle spalle. Basti pensare alla contrazione della spesa delle famiglie del -10,4% pari a circa 78 miliardi di euro nel triennio 2012-2013-2014.

La mancanza di lavoro non incide solo in termini economici sull’andamento della domanda interna e dell’intero sistema produttivo, quel che è peggio è che sta privando di speranze e di prospettive le famiglie. “Questa forma di depressione ha un effetto ulteriormente negativo sull’economia, amplificando crisi e rinunce. Per questo è urgente intervenire con una riforma strutturale che sia veramente in grado di creare nuovi posti di lavoro ed avviare una redistribuzione dei redditi”, aggiungono Rosario Trefiletti e Elio Lanutti.


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