Istat: carrello della spesa a più 4%. Consumatori preoccupati
Dopo il record di giugno,che ha fatto schizzare in alto i prezzi dei beni acquistati con maggior frequenza a più 4,4%, a luglio l’Istat stima un carrello della spesa meno caro, con un rialzo superiore al tasso d’inflazione (al 3%), ma inferiore a quanto registrato a giugno. Secondo le stime di luglio, infatti, l’inflazione aumenta del 3% su base annua rispetto a luglio 2011 (era del 3,3% a giugno) e registra una variazione nulla sul mese precedente, mentre i prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza dai consumatori diminuiscono su base mensile dello 0,5% e il tasso di crescita tendenziale scende al 4% (era +4,4% a giugno). I Consumatori sono comunque preoccupati.
Secondo le stime Istat, nel confronto col 2011 i maggiori tassi di crescita interessano le Bevande alcoliche e tabacchi (+7,1%), l’Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+6,9%) e i Trasporti (+5,1%). Quelli più contenuti riguardano le divisioni Servizi sanitari e spese per la salute (+0,3%) e Ricreazione, spettacoli e cultura (+0,7%). In flessione su base annua risultano i prezzi delle Comunicazioni (-0,9%).
Indicativo l’andamento dei prezzi dei singoli prodotti. Nel settore dei beni alimentari, l’Istat registra che la diminuzione su base mensile dei prezzi è principalmente imputabile al forte ribasso dei prezzi della Frutta fresca (-8,8%, +5,5% su base annua) e dei Vegetali freschi (-4,9%, +2,8% in termini tendenziali). Diminuzioni congiunturali, per quanto molto più contenute, si rilevano inoltre per i prezzi del Pesce fresco di mare di pescata (-0,8%, +1,9% rispetto a luglio 2011) e del Pesce fresco di mare di allevamento (-0,6%, +3,0% in termini tendenziali). Aumenta invece su base mensile il prezzo del Pane (+0,3%), che cresce su base annua del 2,2%. Aumenta il prezzo delle Bevande analcoliche (+0,4%, +3,1% in termini tendenziali) e, anche a luglio, si registra un rialzo congiunturale del prezzo del Vino (+0,3%), in crescita su base annua del 3,9%.
Passando ai carburanti: il prezzo della Benzina diminuisce dello 0,8% sul mese precedente, cosicché il tasso di crescita tendenziale scende al 12,6% (in sensibile attenuazione dal 16,0% di giugno). Il prezzo del Gasolio per mezzi di trasporto segna un calo su base mensile dell’1,2% e cresce su base annua del 14,2% (dal 18,8% del mese precedente).
Nei servizi relativi ai trasporti, gli aumenti congiunturali sono legati a fattori stagionali. Così accade per i prezzi del Trasporto aereo passeggeri (+9,1%, -4,7% su base annua) e del Trasporto marittimo passeggeri (+15,0%, -0,9% in termini tendenziali). Una diminuzione su base mensile si rileva, invece, per i prezzi del Trasporto ferroviario passeggeri (-3,3%), in flessione del 6,8% rispetto a luglio 2011. Si segnala, inoltre, l’aumento congiunturale (+1,2%) dei prezzi delle Assicurazioni sui mezzi di trasporto, cresciuti su base annua del 5,1%.
Nelle comunicazioni, rileva ancora l’Istat, si mette in luce il rialzo congiunturale del 2,2% dei prezzi dei Servizi di telefonia fissa (+4,1% rispetto a luglio 2011); mentre con riferimento ai Ricreativi, culturali e per la cura della persona, si segnalano i forti aumenti congiunturali, anche questi in larga parte dovuti a fattori di natura stagionale, dei prezzi dei Pacchetti vacanza sia nazionali (+21,3%) sia internazionali (+8,2%) e di alcuni servizi di alloggio quali Villaggi vacanze, campeggi e simili (+21,5%, +1,3% su base annua) e Pensioni e simili (+7,3%, +2,5% in termini tendenziali). Da segnalare ancora l’aumento congiunturale dei prezzi delle Spese bancarie e finanziarie (+0,9%), determinato principalmente dall’aumento del prezzo del bollettino di conto corrente postale.
Un “bollettino di guerra”, di fatto, per le associazioni dei consumatori. Per il Codacons “è inevitabile che, man mano che ci si avvicina a settembre, ossia ad un anno esatto dall’aumento dell’Iva dal 20 al 21%, si esaurisca l’arrotondamento sui prezzi che fece schizzare l’inflazione dal 2,8% dell’agosto 2011 al 3,4% di ottobre, con un rialzo dello 0,6%. Anche se ora l’inflazione scendesse a zero, però, l’effetto sull’aumento del costo della vita ed il conseguente impoverimento delle famiglie, resterebbe. L’aumento dell’Iva, insomma, ha prodotto e continuerà a produrre effetti nefasti anche per il futuro, come dimostra il differenziale tra l’inflazione italiana e quella media della zona euro, pari al 2,4%, ossia, guarda caso, uno scarto pari a quello 0,6% determinato dall’aumento dell’Iva”. Per il Codacons gli italiani, a differenza degli altri europei, pagano dunque ogni anno in termini di costo della vita una tassa aggiuntiva invisibile ed equivalente pari, per una famiglia di tre persone, a 206 euro.
La crescita dei prezzi si conferma insostenibile per le famiglie, affermano Federconsumatori e Adusbef, che considerano “allarmanti” i dati relativi a un tasso di inflazione al 3%. “Si tratta di una situazione insostenibile per le famiglie, letteralmente stritolate tra gli aumenti della tassazione – la cui ricaduta, considerando anche gli effetti dell’incremento delle accise e della reintroduzione dell’IMU, ammonterà a +1.214 euro – e la perdita di potere d’acquisto, che dal 2008 ad oggi ha fatto registrare un crollo del -11,8%”. A fronte della cifra record del 10,8% di disoccupazione, del mancato adeguamento degli stipendi al costo della vita, e a una contrazione del credito al consumo stimata dall’associazione nel 5%, “il rincaro di prezzi e tariffe è eccessivo e ingiustificato: per capirlo basta prendere ad esempio il rincaro del cosiddetto “carrello della spesa”, che a luglio si attesta al 4%, superando quindi il tasso di inflazione registrato in questo mese”. Sostengono i presidenti Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti: “Servono misure per arginare l’aumento dei prezzi. E’ necessario contrastare le speculazioni avviando maggiori controlli sulle filiere, calmierare la tassazione sui carburanti e perseguire l’obiettivo fondamentale del rilancio dell’economia attraverso investimenti nella ricerca e nello sviluppo tecnologico”.
“Una breve boccata d’ossigeno per le famiglie dopo tanti mesi di aumenti, ma la situazione delle famiglie italiane rimane critica”, afferma Pietro Giordano, segretario generale Adiconsum. “La variazione nulla dell’inflazione su base mensile – spiega Giordano– non significa che gli aumenti non ci sono stati. In vista delle partenze di agosto si riaffacciano gli aumenti dei carburanti, ma anche dei servizi ricettivi e di ristorazione, le spese della casa e delle utenze di acqua ed elettricità, i trasporti pubblici. La situazione delle famiglie italiane rimane comunque critica in vista sia delle prossime partenze (rincaro dei carburanti) che dei prossimi mesi, sia per gli aumenti del costo dei servizi che opereranno gli Enti locali (vedi IMU). Indispensabile e non più rinviabile la decurtazione della tassazione diretta e indiretta a carico dei lavoratori dipendenti e dei pensionati”.
Uno dei provvedimenti che potrebbe essere adottato da un governo che “dice” di essere dalla parte degli italiani sarebbe quello di porre un tetto agli utili delle società che forniscono l’energia.Di conseguenza valutato l’ultimo bilancio annuale rispetto al precedente si potrebbe ottenere un ribasso in quanto i consumatori si sentirebbero meno vessati e consumerebbero di più mantenendo comunque gli utili.Del resto se si considera che il cosidetto “libero mercato” che avrebbe dovuto portare ad una concorrenza tale da poter scegliere i fornitori più competitivi non ha sortito l’effetto prospettato perchè adottando metodi diversi alla fine si nota che sono tutti sullo stesso piano e la pubblicità serve solo a far credere che l’offerta è competitiva m ettendo in pratica solo il libero mercato e non la concorrenza pertanto si può definire il comportamento dei fornitori di energia come “LIBERO INGANNO”