Italia ancora in deflazione: l’Istat conferma a giugno, per il quinto mese consecutivo, un calo dello 0,4% dell’inflazione annua. In controtendenza il cosiddetto carrello della spesa, i cui prezzi aumentano del +0,2%. Federconsumatori e Adusbef chiedono particolare attenzione ai prodotti alimentari e denuncia: “stiamo ricevendo segnalazioni e allarmi relativamente alla pasta”.
Come denunciano gli agricoltori, il prezzo del grano duro è passato da 35 euro al quintale a circa 16 euro: in poco più di un anno si è praticamente dimezzato mentre il prezzo della pasta è rimasto invariato. “Se veramente il prezzo finale si fosse adeguato a tale variazione le famiglie avrebbero potuto risparmiare, per la pasta, circa 44 euro l’anno (ipotizzando un consumo di 500 g al giorno) e, per il pane, circa 13 euro l’anno (ipotizzando un consumo di 500 g al giorno).
“È contro questo tipo di speculazioni che avvengono lungo la filiera che il Governo deve intervenire con urgenza, specialmente nella fase delicata in cui si trova la nostra economia – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef – Il fatto che, in piena deflazione, si verifichino delle speculazioni sul prezzo dei beni alimentari è intollerabile. Non vorremmo dover ripetere la dura azione di contrasto messa in atto anni fa contro il vero e proprio cartello sui prezzi di pasta e pane.
Le Associazioni chiedono una seria azione di contrasto ai meccanismi speculativi, che passa per i controlli e per i necessari monitoraggi dei prezzi all’origine ed al dettaglio, che il Ministero dell’agricoltura sembra aver accantonato. Oltre ad un pronto ed adeguato sistema sanzionatorio contro chi specula sulle tasche dei cittadini e a danno dell’economia. Inoltre, per rimettere in moto l’economia e uscire da questa lunga fase depressiva, è indispensabile avviare una politica efficace e mirata, in grado di creare occupazione e proiettare nuovamente il Paese verso lo sviluppo e la crescita.


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