I linguaggio d’odio sono incompatibili col ruolo e con la missione del servizio pubblico. Per contrastare l’hate speech, l’Usigrai (il sindacato dei giornalisti Rai) ha sottoscritto con la Rai un accordo sindacale sull’uso del web e dei social network che definisce “incompatibili con il ruolo e la missione del servizio pubblico i linguaggi d’odio” e dunque si impegna a contrastarli. “Un impegno chiaro, netto e forte contro l’hate speech”, dice l’Usigrai. Un’iniziativa ritenuta importante e lodevole dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, che lo scorso mese ha approvato una delibera su questo tema.

no-hate-speech“L’Usigrai è convinta da sempre che il rilancio della Rai Servizio Pubblico passi per la qualità del prodotto ma anche per un’autentica rivoluzione culturale”, dice la sigla dei giornalisti Rai, che si è impegnata contro i discorsi d’odio in attuazione della recente delibera dell’Agcom e dell’adesione, insieme alla FNSI, all’appello “No Hate Speech” di Carta di Roma. “Siamo molto orgogliosi di questo passaggio. È anche su queste basi che vogliamo costruire la nuova Rai alla vigilia del rinnovo della Concessione di Servizio Pubblico – dice l’Usigrai – Cogliamo l’occasione per rilanciare il nostro appello alla Rai a estendere il contrasto ai linguaggi d’odio a tutta la programmazione, dai contenitori di intrattenimento ai talk passando per tutti i prodotti informativi”.

Proprio qualche settimana fa un richiamo contro i discorsi d’odio è arrivato dall’Agcom, che ha sollecitato un racconto dei flussi migratori basato su una rappresentazione “veritiera e oggettiva”, che contrasti gli stereotipi e sensibilizzi l’opinione pubblica sul fenomeno. L’obiettivo dell’intervento dell’Autorità è quello di “assicurare il più rigoroso rispetto dei principi fondamentali sanciti a garanzia degli utenti, affinché sia garantito nei programmi audiovisivi e radiofonici il rispetto della dignità della persona e del principio di non discriminazione, in particolare nella trattazione dei fenomeni migratori e delle diversità etnico-religiose”.

Il fenomeno contro cui si vuole intervenire è appunto quello dell’hate speech: parole e discorsi che incitano all’odio verso persone e gruppi sulla base di genere, orientamento sessuale, religione, origine etnica. Come ha evidenziato nel suo richiamo l’Agcom, gli argomenti trattati nei programmi informativi e di intrattenimento diventano sempre più spesso oggetto di discussione nei social media e quando il loro uso è distorto finisce per alimentare i discorsi d’odio, che sono una forma di violazione dei diritti umani.

Ora dunque muove un passo il sindacato Rai. “L’iniziativa di Rai e Usigrai contro l’hate speech è lodevole e rappresenta un passaggio importante per restringere gli spazi di odio e aggressività”, ha detto il Commissario dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni Antonio Nicita, relatore del recente atto di indirizzo dell’Autorità. “Apprendo con molto piacere che l’Usigrai, richiamandosi -insieme alla Fnsi – all’appello “No Hate Speech” della Carta di Roma e alla recente delibera Agcom, ha sottoscritto con la Rai un accordo sindacale sull’utilizzo del web e dei social network, una dichiarazione formale che definisce incompatibili con il ruolo e la missione di servizio pubblico i linguaggi d’odio, affermando quindi l’impegno ad adottare tutte le misure necessarie a contrastarli”.

“Ciò  – prosegue Nicita – è tanto più importante oggi, alla vigilia del rinnovo della Concessione di Servizio Pubblico, in quanto la lotta contro il linguaggio d’odio, tanto nel web quanto nell’intera programmazione radio-televisiva, dai contenitori di intrattenimento ai talk passando per tutti i prodotti informativi, è diventata sempre più un pilastro di un nuovo servizio pubblico che deve trovare una sua autonoma valorizzazione all’interno del nuovo contratto Rai per diventare un punto di riferimento per tutte le emittenti e per il rilancio di un giornalismo di qualità”. L’Autorità favorirà analoghe iniziative autoregolamentari da parte di tutti gli operatori tv e dei principali social network. “Occorre affermare con coraggio tanto il primato della libertà di espressione quanto la differenza tra odio e critica in tutti i mezzi di comunicazione di massa, vecchi e nuovi. L’odio non è, non può essere un’opinione”, ha concluso Nicita.


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