
Inflazione al 5,7%, Consumatori: famiglie messe a dura prova (Foto Pixabay)
Inflazione al 5,7%, Consumatori: ricadute fino a quasi 2 mila euro a famiglia
I Consumatori denunciano che l’inflazione 2023 al 5,7% ha causato ricadute pesanti per le famiglie, con una maggiore spesa annua che arriva a sfiorare i 2 mila euro
Ricadute pesanti per le famiglie, con una maggiore spesa annua che arriva a sfiorare i 2 mila euro e si fa sentire soprattutto quando a rincarare sono i generi di prima necessità e gli alimentari. Davanti all’andamento dell’inflazione fotografato oggi dall’Istat, con un aumento del 5,7% nel 2023, le valutazioni delle associazioni di consumatori sono impietose e stimano quanto è costato tutto questo alle famiglie. Centinaia e centinaia di euro in più – per non parlare delle difficoltà in cui versano molti, che fanno fatica a fare la spesa, diventata ormai impresa sempre più difficile e oggetto di tagli e rinunce.

Codacons: stangata da 1769 euro a famiglia
“A parità di consumi, un tasso di inflazione del 5,7% si traduce in un aggravio di spesa da +1.796 euro a nucleo su base annua – spiega il Codacons – Considerata la totalità delle famiglie italiane, si stratta di una maxi-stangata da complessivi 46,3 miliardi di euro in un solo anno”.
Da qui alla valutazione negativa delle misure di contrasto attuate dal Governo il passo è breve.
Aggiunge il presidente Codacons Carlo Rienzi: «Il rallentamento dell’inflazione nell’ultimo periodo dell’anno è da attribuire unicamente all’andamento al ribasso dei beni energetici, mentre per i beni primari come gli alimentari la crescita dei prezzi rimane sostenuta. Le misure di contrasto adottate dal governo, dal paniere salva-spesa ai cartelloni sui prezzi medi della benzina, non hanno avuto gli effetti sperati, e speriamo che nel 2024 si introducano provvedimenti davvero efficaci per contrastare speculazioni e rincari e tutelare le tasche dei cittadini».
UNC: “Carrello tricolore fuori pista”
Una delle misure che più è stata pubblicizzata è il famoso trimestre anti-inflazione partito il 1 ottobre in pompa magna – con una serie di prezzi fissi, promozioni, iniziative sui prodotti a marchio del distributori e carrelli a prezzo scontato o unico – e oggetto da subito di molte critiche che ne evidenziavano la scarsa efficacia.
Commenta oggi il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori Massimiliano Dona: «Il Carrello Tricolore è andato fuori pista, ottenendo un risultato contrario a quello voluto. L’Istat, infatti, conferma oggi in via definitiva che a dicembre i prezzi dei Prodotti alimentari e bevande analcoliche ossia i beni interessati dal Trimestre anti inflazione, invece di scendere di prezzo sono addirittura saliti, +0,3% rispetto a novembre 2023, dopo che erano già rincarati dello 0,4% su ottobre. Insomma, un fiasco colossale e imbarazzante!»
L’associazione aggiorna poi i dati sull’impatto dell’inflazione. Al +5,7% nel 2023, significa che nel 2023 una coppia con due figli ha speso 1734 euro in più rispetto al 2022, di cui 804 per mangiare e bere. Per una coppia con 1 figlio, la spesa aggiuntiva avuta nel 2023 è pari a 1593 euro, 729 solo per cibo e bevande. «Il primato spetta ancora una volta alle famiglie numerose con più di 3 figli con una mazzata rispetto al 2022 pari a 1968 euro, 954 per i prodotti alimentari e le bevande analcoliche», conclude Dona.
Federconsumatori: ricadute allarmanti per le famiglie a basso reddito
L’andamento dell’inflazione, pur in miglioramento, rimane a livelli altissimi e “continua a determinare ricadute allarmanti per le famiglie, specialmente quelle a basso reddito”, torna a evidenziare Federconsumatori. Il tutto in uno scenario che prevede ulteriori rincari per il 2024, stimati dall’associazione in oltre mille euro in più l’anno a famiglia.
“In tale scenario, abbassare la guardia e abbandonare i sostegni alle famiglie – commenta Federconsumatori – è un grave errore: per questo rivendichiamo misure urgenti e necessarie, per aiutare specialmente i nuclei a basso e medio reddito, quelli che maggiormente hanno subito le conseguenze della forte spinta ai rincari registrata negli ultimi anni e sono stati costretti a rinunce e importanti modifiche dei propri consumi”.
