Incubo primo giorno di lavoro: tutta colpa dell’”August blues”
In una strofa profetica della famosa canzone “The same old Blues”, Brian Ferry canta “It’s the same old story, tell me where does it end?”, e mai frase fu più vera proprio alla fine dell’estate. La redazione di Help Consumatori ha riaperto i battenti esattamente una settimana fa. Riposati e ricaricati siamo tornati dietro i nostri Pc, pronti a raccogliere per voi il meglio dell’informazione e tenervi sempre aggiornati. C’è una cosa che dobbiamo confessare: nonostante la pausa, il mare e il relax non eravamo affatto pronti al suono della sveglia che ci ha riportato alla routine.
Quel suono che indica inequivocabilmente il fatidico momento della fine delle vacanze è davvero difficile da mangiare giù: in un attimo ci si trova catapultati da spiagge dorate, città d’arte e verdi valli tranquille alla frenesia della quotidianità lavorativa. Un vero e proprio shock per milioni di italiani che, durante i primi giorni di lavoro, hanno difficoltà a tornare operativi al 100%.
Il rilassante rumore delle onde, le passeggiate sui sentieri montani e i tour spensierati per le più belle città d’arte si sono trasformati in lunghe riunioni, appuntamenti con i clienti e tour de force per recuperare il lavoro arretrato. I pensieri si accavallano come le responsabilità, e l’angoscia di dover rincorrere clienti e scadenze rischia di far impazzire manager e impiegati di ogni livello.
Si chiama “august blues”, una tristezza simile a quella che si prova la domenica sera quando sale l’angoscia da lunedì e l’impressione che il weekend sia stato molto più breve di quanto desiderato.
L’effetto dell’august blues non fa distinzioni d’età. Secondo la professoressa di psicologia alla Fordham University Rachel Annunziato infatti, sia i bambini sia gli adulti accusano, seppur per cause diverse, una sensazione di tristezza che caratterizza gli ultimi giorni dell’estate.
“In vacanza si è assaporato la libertà di fare cose per sè stessi e ora affiora il timore che appena tornati, tutto sarà come prima di staccare”, dice Marina Osnaghi, prima Master Certified Coach in Italia, “Siamo vittime dell’august blues e nemmeno lo sappiamo. Esattamente come non ci rendiamo conto del processo che il nostro cervello vive ogni domenica sera quando deve elaborare il lutto della fine del week end ed iniziare la nuova settimana lavorativa”.
Una delle cause che provocano questa malinconia estiva è l’avvertimento di un senso di colpa o insoddisfazione per non essere riusciti a “dare il massimo” durante l’estate, così come impongono alcuni stereotipi legati alle attività “estreme” da fare in questa stagione.
Come fare, quindi, per ritrovare carica ed equilibrio e tornare a performare sul posto di lavoro?
Punto uno: facciamoci forza ed evitiamo, con tutti noi stessi, di rimuginare sul rientro e sul dover soccombere alle vecchie abitudini. Come antidoto alla routine si può quindi pensare di inserire nell’agenda giornaliera un po’ di tempo da dedicare a sé stessi facendo qualcosa fuori dagli obblighi.
Il caffè o il tè si bevono seduti e comodi: questo dovrebbe aiutare a riporterà la testa all’atmosfera della vacanza. È fondamentale iniziare la giornata senza correre: meglio far suonare la sveglia un quarto d’ora prima e godersi il relax. Mangiare di fretta, infatti, costringe l’organismo a inviare il sangue agli organi in quel momento più impegnati, ovvero i muscoli delle gambe: un problema per la digestione.
Fondamentale per restare a galla è imparare a dire no con decisione a ciò che non abbiamo proprio voglia di fare: urlare e ribellarsi litigando serve solo a sprecare energie, meglio stabilire il proprio limite con tranquilla fermezza.
Strettamente collegata a questo aspetto vi è la volontà di rinunciare a subire situazioni che si trascinano da tempo. Sono le vecchie abitudini distruttive che ci portano portano nei guai prima ancora di rendercene conto.
Se sei un capo, tieni conto che potresti ottenere di più dai tuoi dipendenti con un approccio “coaching” che valuta la qualità della collaborazione a favore degli obiettivi secondo fattori qualitativi e non solo quantitativi.
Infine, quando finalmente arriva il weekend, è fondamentale staccare davvero la spina ritrovando il gusto di stare con gli amici, la famiglia, i figli, senza vivere il tempo come se fosse ‘rubato’ ai doveri o come se il tempo libero fosse un altro lavoro in cui dover fare cose.