TopNews / Hate speech, Commissione Ue: i Big della Rete fanno progressi
Come si comportano i social media nel contrastare l’incitamento all’odio online? Progressi sono stati fatti: le richieste di rimozione di contenuti che incitano all’odio vengono esaminate con più velocità – nella metà dei casi vengono esaminate nell’arco di 24 ore – e in quasi sei casi su dieci la risposta è la rimozione. Bisogna andare avanti e migliorare le risposte dei social media, specialmente nel feedback di risposta agli utenti. A un anno dal varo del codice di condotta fra Commissione europea e Facebook, Twitter, YouTube e Microsoft, si traccia un primo bilancio.
Il Codice è stato adottato un anno fa per contrastare l’illecito incitamento all’odio online, o hate speech. Sul tavolo c’è la necessità di tutelare e favorire la libertà d’espressione nel mondo online e, al tempo stesso, di evitare che Internet diventi porto sicuro per incitare alla violenza e all’odio. Il fenomeno è diffuso, se è vero che il 75% delle persone che hanno seguito o partecipato a un dibattito online si è imbattuta in minacce e incitamenti all’odio. Per contrastare tutto questo, il 31 maggio dello scorso anno la Commissione europea e quattro grandi società informatiche – Microsoft, Facebook, Twitter e YouTube – hanno adottato un codice di condotta con una serie di impegni contro l’incitamento all’odio online. Fra questi, c’è l’impegno di esaminare entro 24 ore la maggior parte delle richieste giustificate di rimozione di contenuti che incitano all’odio, e se del caso di cancellare tali contenuti o di renderli inaccessibili. Le aziende si sono poi impegnate a rafforzare la collaborazione con le organizzazioni delle società civile che segnalano i contenuti che istigano alla violenza, a promuovere “narrazioni alternative indipendenti”, a svolgere presso gli utenti un’opera di educazione e di sensibilizzazione sulle tipologie di contenuti non autorizzati.
Oggi dunque, a un anno dal Codice, la valutazione sui risultati del codice diffusa da Bruxelles evidenzia che le società informatiche “hanno compiuto notevoli progressi nell’onorare gli impegni assunti”. Dice Andrus Ansip, Vicepresidente della Commissione europea e Commissario per il Mercato unico digitale: “La stretta collaborazione con il settore privato e la società civile per combattere l’illecito incitamento all’odio sta dando i suoi frutti e noi moltiplicheremo gli sforzi comuni. Stiamo ora cercando di rafforzare il coordinamento tra le varie iniziative e forum avviati con le piattaforme online e di rendere più chiare le procedure di notifica e azione per eliminare i contenuti illeciti in modo efficiente, preservando nel contempo la libertà di espressione, che è essenziale”.
Le società si sono impegnate in particolare a riesaminare in meno di 24 ore la maggior parte delle notifiche valide di illecito incitamento all’odio e a rimuovere tale contenuto o a bloccarne l’accesso, se necessario, sulla base delle legislazioni nazionali che recepiscono il diritto europeo. I primi risultati, dice Bruxelles, ci sono. In media nel 59% dei casi le società informatiche hanno risposto alle notifiche riguardanti l’illecito incitamento all’odio rimuovendo il contenuto. Questa percentuale è più di due volte superiore a quella del 28% registrata sei mesi fa. Sempre in sei mesi, la percentuale di notifiche riesaminate entro 24 ore è passata da 40% a 51%, anche se Facebook è la sola società che ha raggiunto pienamente l’obiettivo di riesaminare la maggior parte delle notifiche entro il giorno stesso. Le società sono diventate più efficaci nel trattare le notifiche che vengono dai cittadini allo stesso modo di quelle che vengono dalle organizzazioni, ma rimangono alcune differenze e i tassi di rimozione dei contenuti che istigano all’odio rimangono più bassi se segnalati dal pubblico. Il monitoraggio ha infine rilevato che mentre Facebook invia agli utenti un feedback sistematico sul modo in cui le loro notifiche sono state valutate, tra le società informatiche le pratiche differiscono notevolmente. La qualità del feedback sulla motivazione della decisione, spiega la Commissione europea, è un aspetto in cui sono possibili ulteriori progressi.
Sostiene Vĕra Jourová, Commissaria europea per la Giustizia, i consumatori e la parità di genere: “I risultati della seconda valutazione del codice di condotta sono incoraggianti. Le società informatiche stanno eliminando, a un ritmo più sostenuto, il doppio dei casi di illecito incitamento all’odio rispetto a sei mesi fa. Si tratta di un importante passo avanti e dimostra che un approccio di autoregolamentazione può funzionare se tutti gli attori fanno la loro parte. Va tuttavia ricordato che le società informatiche hanno una grande responsabilità e devono compiere ulteriori progressi per tenere fede a tutti gli impegni assunti. È inoltre importante che forniscano feedback a chi ha notificato casi di contenuti di illecito incitamento all’odio”.
Notizia pubblicata il 01/06/2017 ore 17.22