Animali stipati a decine di migliaia in capannoni chiusi e spogli che presentano deformazioni alle zampe, problemi locomotori, respiratori, affezioni cutanee. Animali macellati in modo approssimativo, molti dei quali ancora coscienti e, per finire, cadaveri in avanzato stadio di decomposizione lasciati per settimane sulla lettiera in mezzo agli animali ancora vivi. Questa descrizione raccapricciante appartiene a molti degli allevamenti e macelli che riforniscono i maggiori produttori di carne di pollo in Italia. A rilevare le atroci condizioni di vita degli animali è stata un’inchiesta di Animal Equality. I filmati contenuti in “Pollo 100% Italiano”, sono stati raccolti fra Emilia Romagna e Lombardia negli allevamenti intensivi e nei macelli che riforniscono le aziende leader del settore e mostrano una realtà ben diversa da quella che ci raccontano le pubblicità dei grandi marchi.

In Italia si macellano quasi mezzo miliardo di polli ogni anno. Per soddisfare la crescente domanda di carni bianche, a prezzi sempre più bassi, negli ultimi decenni questi animali sono stati sottoposti a un’esasperata selezione genetica affinché raggiungano il peso di macellazione a sole 6 settimane di vita.

Questa crescita accelerata è la causa principale delle deformazioni e delle patologie che colpiscono i polli, condannati così a una vita breve e piena di sofferenza in nome del profitto. Le ossa, i polmoni e il cuore di questi delicati animali non riescono infatti a svilupparsi allo stesso ritmo della muscolatura, causando loro ogni sorta di deformità, difficoltà motorie, problemi cardiaci e respiratori.

In questo gigantesco sistema intensivo, la vita di un pollo vale poco più di un centesimo e, di conseguenza, prestare cure veterinarie agli animali malati o feriti è visto dall’industria come uno spreco di soldi: nella maggior parte dei casi essi vengono semplicemente abbandonati a una lenta agonia. Così, ogni anno, milioni di polli muoiono di malattia o stenti ancor prima di arrivare al macello e, per quelli che arrivano alla macellazione, la sorte non è certo migliore, dal momento che i metodi adottati per alleviare la sofferenza sono spesso insufficienti.

“Queste sono le misere condizioni in cui 500 milioni di polli sono costretti a vivere ogni anno in Italia“, ha dichiarato Matteo Cupi, direttore esecutivo di Animal Equality Italia. “L’industria della carne avicola non può continuare a prendersi gioco dei consumatori con pubblicità ingannevoli, per questo abbiamo deciso di fare chiarezza. C’è bisogno di un cambiamento radicale. Ed è questo che chiediamo ai produttori italiani”.

L’inchiesta promuove una petizione su www.polloitaliano.it rivolta ad Unaitalia, associazione di categoria che rappresenta il 90% dell’intera filiera avicunicola nazionale, perché intraprenda al più presto un dialogo con i maggiori produttori di carne di pollo – in particolare AIA, Amadori e Fileni – affinché adottino al più presto politiche volte a ridurre la sofferenza degli animali.


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