Cresce (+4,2%) la quota di italiani che vivono in gravi condizioni di difficolta’, cioe’ che registrano almeno quattro dei nove indicatori di grave deprivazione. Se nel 2010 la percentuale di famiglie in tale condizione si attestava al 6,9%, accompagnata da una sostanziale stabilita’ dei tassi di rischio di poverta’ e di poverta’ assoluta, nel 2011 la percentuale e’ schizzata all’11,1%. Lo sostengono l’Istat e il Cnel nel I Rapporto BES (Benessere equo e sostenibile) dal quale emerge che è aumentata la quota di individui che dichiarano di non poter sostenere spese impreviste (dal 33,3% al 38,5%).Allo stesso tempo il Rapporto sostiene che è aumentata la quota di persone che non può permettersi una settimana di ferie all’anno lontano da casa (dal 39,8% al 46,6%), che non può approntare un pasto adeguato in termini di apporto proteico ogni due giorni (dal 6,7% al 12,3%) e non può riscaldare adeguatamente l’abitazione (dall’11,2% al 17,9%). Nel 27,7% dei casi, si evince dall’indagine, l’aumento delle condizioni di grave deprivazione ha riguardato situazioni di difficolta’ gia’ presenti nell’anno precedente. Particolarmente critica appare la situazione del Mezzogiorno, dove tra il 2010 e il 2011 l’indice di grave deprivazione e’ cresciuto di oltre sette punti percentuali (dal 12,1% al 19,3%) e dove l’8,5% delle persone senza alcun sintomo di deprivazione nel 2010 e’ diventato gravemente deprivato nel 2011. L’aumento della diffusione della grave deprivazione si accompagna all’incremento dal 15,3% del 2010 al 18,8% del 2011 della quota di persone che vivono in famiglie che ricevono aiuti, in denaro o in natura, da parenti non coabitanti, amici, istituzioni.
Il Rapporto individua 12 dimensioni del benessere: si va dalla salute, all’istruzione, al lavoro, al benessere economico, alle relazioni sociali, alla politica, passando per la sicurezza , il benessere soggettivo, il patrimonio culturale, l’ambiente, la ricerca e la qualità dei servizi.
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