Hi-Tech&Co: Ue richiama attenzione su obsolescenza programmata
I deputati europei della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori hanno invitato la Commissione a prendere dei provvedimenti per limitare l’obsolescenza pianificata di prodotti informatici e software. La commissione IMCO chiede, oltre ad una definizione che chiarisca a livello europeo i termini dell’obsolescenza programmata, anche di introdurre un sistema indipendente che, in accordo con le autorità di sorveglianza del mercato, possa individuare i prodotti caratterizzati da questa strategia industriale.
Il built-in obsolescence infatti definisce il ciclo vitale di un prodotto in modo da limitarne la durata a un periodo prefissato. Il prodotto diventa così inservibile dopo un certo tempo, oppure diventa semplicemente obsoleto agli occhi del consumatore in confronto a nuovi modelli che appaiono più moderni, sebbene siano poco o per nulla migliori dal punto di vista funzionale.
Il testo della proposta, che sarà presto messa ai voti, contiene molti punti che incontrano la posizione della commissione ambiente. Per esempio, al momento della progettazione, i deputati immaginano di fissare una serie di criteri minimi di resistenza e di misure per sostenere le industrie che vogliano prolungare la vita dei loro prodotti. Al momento dell’acquisto, sarà fondamentale l’informazione offerta ai consumatori. Infine, dovrà essere incoraggiata la riparazione limitando al massimo i pezzi che non possono essere rimossi ed estendendo il più possibile la copertura di garanzia per i consumatori.
Prima di oggi, a livello europeo solo il Comitato Economico e Sociale si era espresso sulla questione dell’obsolescenza programmata, con un parere che risale all’ottobre del 2013. A livello nazionale, invece, molti Stati si sono dotati di una legislazione per fare in modo che tanti prodotti finiscano in discarica nel giro di poco tempo.