Per cambiare la mobilità bisogna cambiare la tassazione. Far pagare di più chi più inquina. Dare incentivi di 6 mila euro per l’acquisto di auto elettriche e introdurre voucher da mille euro da spendere per il trasporto pubblico o per comprare la bici elettrica rottamando la vecchia auto. Bisogna normare la micromobilità elettrica, quella dei monopattino e degli hoverboard, permettendo il trasporto gratuito sui mezzi pubblici. Introdurre accise carburanti proporzionali all’inquinamento. Queste le proposte di Legambiente, dieci in tutto, per dare una decisa sterzata verso una “green mobility” che sia sostenibile, elettrica e condivisa.

Per ridurre l’inquinamento e per rendere le città più vivibili e libere dalle auto, bisogna avere il coraggio di ripensare il carico fiscale che grava sulla mobilità delle persone”, sostiene l’associazione ambientalista, che propone di orientare le tasse sui trasporti in misura proporzionale all’inquinamento e allo spreco, secondo il principio  “tanto inquino tanto pago”, e di incentivare la mobilità sostenibile. È questa la sfida che Legambiente lancia al Governo, nel giorno in cui in alcune città scatta lo stop ai diesel più vecchi, e che ha riassunto nelle dieci proposte  presentate a Roma nell’ambito del convegno Green Mobility. Si tratta di proposte che spostano il prelievo fiscale dalle forme più inquinanti a quelle meno inquinanti. “Si va – spiega Legambiente – dalla rimodulazione delle accise sui carburanti in rapporto all’inquinamento (meno cara la benzina, un po’ più caro il gasolio), all’introduzione di “voucher per la mobilità sostenibile” di mille euro spendibili in abbonamenti trasporto pubblico, noleggi e e-bike per chi rottama la vecchia auto. Dall’incentivo sino a 6 mila euro per acquisto di un’auto elettrica al sostegno delle forme di sharing mobility (mezzi e viaggi), sino alla regolamentazione dei mezzi di micromobilità elettrica (dal monoruota al monopattino) al sostegno dei comuni per investimenti e programmi sfidanti di mobilità sostenibile”.

Le idee sono presentate proprio nel giorno in cui in diverse città del Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna scatta il blocco della circolazione dei mezzi più inquinanti, norme dettate dall’Accordo di Bacino Padano per mitigare i rischi legati all’inquinamento. Un problema, quello dell’emergenza smog e dell’inquinamento atmosferico, che allarma gli italiani: da quanto emerge dal sondaggio di Lorien Consulting, presentato oggi a Roma, il 94% dei cittadini intervistati è preoccupato per la qualità dell’aria, il 39% è molto preoccupato.

“La sfida che abbiamo di fronte – dichiara Edoardo Zanchini, vicepresidente nazionale di Legambiente – è davvero grande e ambiziosa: dobbiamo infatti fermare i cambiamenti climatici, ridurre un inquinamento che provoca conseguenze gravissime sulla salute, rendere più vivibili le città. Non ci basta qualche incentivo o qualche autobus elettrico, ne vogliamo nuove e altre tasse da aggiungere alle tante che già paghiamo nel settore dei trasporti. Ma vogliamo che si inizi a cambiare, con tutta la progressività possibile, il pesante carico fiscale che grava sulla mobilità delle persone in Italia. Proprio la finanziaria deve diventare l’occasione per spostare la montagna di soldi che gira intorno al trasporto in una chiave trasparente e che incentivi gli spostamenti puliti”.

Gli italiani sono unanimemente allarmati per la qualità dell’aria ma hanno ricette diverse su come intervenire. Dal sondaggio Lorien Consulting emerge che a fronte di un 10% che propone di non vendere più veicoli benzina e diesel, un 8% propone di bloccarne la circolazione già oggi, mentre la maggioranza –  il 71% degli intervistati – è favorevole ad incentivi per l’acquisto di mezzi non inquinanti. Solo il 5% vede di buon occhio la possibilità di aumentare le tasse sui mezzi inquinanti e i pedaggi in città.

La nuova mobilità, più pulita, intermodale (con tanti mezzi di trasporto) e meno proprietaria (sharing oltre che pubblica), ha invece conquistato già il 28% degli italiani. Sono anche i cittadini più favorevoli alle novità, come le biciclette pieghevoli e la micromobilità elettrica: il 40% degli italiani dichiara di essere interessato a usare i monopattini elettrici pieghevoli se venissero regolamentati.  “Si tenga presente che l’anno scorso in Italia si sono vendute 148 mila e-bike (legali) e ben 45 mila mezzi elettrici leggeri (monoruota, monopattini,  skate e hoverboard) in gran parte non normati – ha spiegato Andrea Poggio, responsabile mobilità sostenibile di Legambiente –. Lo stato deve intervenire, promuoverne vendita e utilizzo in sicurezza e permettere di potarseli sui mezzi di trasporto, soprattutto in treno e in autobus, per poter poi raggiungere velocemente casa, scuola e lavoro. La mobilità elettrica è così già una realtà, oggi in Italia.”


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