È dedicata al diabete la Giornata mondiale della salute che si celebra oggi. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha pubblicato un Rapporto mondiale sul diabete, chiede un’azione globale per fermare l’aumento di questa patologia e migliorare l’assistenza delle persone che soffrono di diabete. I dati sono preoccupanti: a oggi ci sono circa 422 milioni di persone nel mondo col diabete, un numero quasi quadruplicato rispetto al 1980 e destinato probabilmente a raddoppiare nei prossimi venti anni.
diabeteNel 2012, il diabete è stato la causa diretta di 1,5 milioni di morti. Più del 80% dei decessi da diabete si verificano in paesi a basso e medio reddito. Molti di questi decessi (43%) si verificano prematuramente, prima dei 70 anni, e sono in gran parte prevenibili attraverso l’adozione di politiche volte a creare ambienti favorevoli per l’adozione di stili di vita sani e attraverso una migliore individuazione e il trattamento della malattia. La tendenza all’aumento attraversa tutto il mondo, con un’incidenza preoccupante nei paesi a medio e basso reddito. Diverse le causa, spiega l’OMS, ma fra queste ci sono certamente l’aumento delle persone in sovrappeso e l’aumento dell’obesità, associate alla diffusa mancanza di attività fisica.
E in Italia? Secondo dati rilanciati dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e presi dall’IDF Diabete Atlas, questa malattia interessa a oggi oltre tre milioni e mezzo di persone (con aggravi economici che ammontano all’8% della spesa sanitaria globale) e la situazione si fa più preoccupante se si guarda al futuro: si stima che, senza specifiche iniziative, entro il 2040 ci saranno in Italia ben 3,97 milioni di persone con il diabete, pari al 9,61% della popolazione adulta.
Fra gli obiettivi di sviluppo sostenibili lanciati dall’Oms c’è dunque la riduzione delle morti premature legate anche al diabete del 30% entro il 2030. Ha detto il Direttore generale dell’OMS Margaret Chan: “Se vogliamo veramente fare qualche passo per fermare l’ascesa del diabete, dobbiamo ripensare la nostra vita di tutti i giorni: mangiare meglio, essere fisicamente attivi ed evitare l’eccesso di peso. Anche nei paesi più poveri i governi devono assicurarsi che le persone possano fare queste scelte salutari e che i sistemi sanitari siano in grado di prendere in carico i pazienti”.

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