Giornata mondiale dell’alimentazione: il cibo è un diritto (ma fame zero è un miraggio)
Ricorre il 16 ottobre la Giornata mondiale dell’alimentazione sul tema “Il diritto al cibo per una vita e un futuro migliori”. Ma ancor oggi 733 milioni di persone soffrono la fame e circa 2,8 miliardi non possono permettersi un’alimentazione corretta
Una Giornata mondiale dell’alimentazione per ricordare il diritto al cibo. Un cibo nutriente e di qualità, sicuro e sostenibile. Il tema scelto dalla Fao, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, per la Giornata mondiale dell’alimentazione del 16 ottobre quest’anno è “Il diritto al cibo per una vita e un futuro migliori” e pone l’accento sull’accesso universale a un cibo nutriente, sicuro e sostenibile come diritto umano fondamentale.
Fame zero è un miraggio
Fame e cattiva nutrizione sono infatti ben lontani dall’essere sconfitti. Fame zero è diventato un miraggio.
Gli obiettivi di sviluppo sostenibile richiedevano di sconfiggere la fame con queste parole: “Entro il 2030, eliminare la fame e assicurare a tutte le persone, in particolare i poveri e le persone in situazioni vulnerabili, tra cui i bambini, l’accesso a un’alimentazione sicura, nutriente e sufficiente per tutto l’anno. Entro il 2030, eliminare tutte le forme di malnutrizione, incluso il raggiungimento, entro il 2025, degli obiettivi concordati a livello internazionale sull’arresto della crescita e il deperimento dei bambini sotto i 5 anni di età, e soddisfare le esigenze nutrizionali di ragazze adolescenti, in gravidanza, in allattamento e delle persone anziane”.
Ma la fame è diffusa e si alimenta di crisi climatica e guerre. Persiste in tutto il mondo e ancor più nella aree di conflitto, dove è diventata arma di guerra.
A oggi, secondo la Fao, “733 milioni di persone soffrono la fame a causa di conflitti armati, ricorrenti shock climatici e crisi economiche, che hanno gravissime ripercussioni sulle fasce povere e vulnerabili, molto spesso composte da famiglie di agricoltori, con conseguente aumento delle disuguaglianze tra i paesi e a livello locale”.
Oltre la fame c’è poi la corretta alimentazione, che richiede cibo buono e di qualità. Anch’essa un miraggio se si considera il doppio fenomeno della denutrizione e della pandemia di obesità. Sempre secondo la Fao, in tutto il mondo circa 2,8 miliardi di persone non possono permettersi un’alimentazione corretta.
“L’alimentazione scorretta è la principale causa di tutte le forme di malnutrizione: denutrizione, carenze di micronutrienti e obesità, oggi presenti nella maggior parte dei paesi e trasversali rispetto alle classi socioeconomiche – spiega la Fao – Eppure oggi, troppe persone soffrono la fame e non possono permettersi di seguire una dieta sana. Le persone più vulnerabili sono spesso costrette a consumare solo alimenti di base o prodotti a buon mercato – spesso malsani – mentre altre non hanno accesso a generi alimentari freschi o diversificati, non dispongono delle informazioni necessarie per adottare un regime alimentare nutriente o magari optano per la praticità”.
Alimentazione, dieta mediterranea, sport
La Giornata mondiale dell’alimentazione è dunque occasione, per tutto il mondo, per sensibilizzare sul diritto di ogni persona ad avere un’alimentazione adeguata e per sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi legati alla sicurezza alimentare e alla nutrizione. La giornata è stata istituita dalla Fao per promuovere l’agricoltura sostenibile, garantire la sicurezza alimentare e combattere la fame e la malnutrizione a livello globale.
L’impegno su questi temi, a livello nazionale, viene fatto proprio dalla SINU, la Società italiana di nutrizione umana, che ha organizzato una serie di eventi per il 16 ottobre. Le iniziative della sigla puntano l’attenzione sulla Dieta mediterranea e sul legame tra sport e salute.
«Da sempre, e ancor di più in occasione della Giornata, la SINU è in prima linea per aumentare la consapevolezza sull’importanza di un’alimentazione equilibrata e sull’impatto della fame e della malnutrizione a livello globale – ha detto la prof.ssa Anna Tagliabue, presidente della SINU – E lo fa con azioni concrete, in particolare con iniziative di educazione ad una corretta nutrizione, fornendo informazioni e risorse su come alimentarsi in modo sano e sostenibile, contribuendo così alla prevenzione delle malattie legate alla dieta e alla promozione della salute».
Fra le iniziative ci sono, ad esempio, l’evento di alta formazione “Scienza dell’Alimentazione, Sport e Salute”, che si terrà a Genova, città Capitale Europea dello Sport 2024, tra il 21 e il 23 novembre 2024, in collaborazione con la Camera di Commercio, il Centro Ligure per la Produttività e l’Università di Genova. L’evento, che riunirà i massimi esperti della nutrizione provenienti da Accademie nazionali e internazionali, mira a promuovere la cultura dell’attività fisica e il ruolo cruciale di una adeguata alimentazione.
“Obiettivo – spiega una nota – è diffondere la consapevolezza che una regolare attività sportiva agevola il benessere psicofisico delle persone e favorisce uno stile di vita ecosostenibile, in linea con i principi dell’OMS che si propone di ridurre del 15% la prevalenza di sedentarietà negli adulti e negli adolescenti entro il 2030. Secondo i risultati dell’indagine ISTAT (Aspetti della vita quotidiana 2022), circa un terzo della popolazione italiana dai 3 anni in poi è sedentario”.
Per la SINU è inoltre essenziale aumentare il livello di consapevolezza alimentare e promuovere modelli alimentari più sostenibili.
«Per questo motivo, nel corso della Giornata Mondiale dell’Alimentazione 2024, proponiamo una serie di incontri nelle scuole delle regioni del Sud Italia, dove la prevalenza di obesità tra i ragazzi è maggiore rispetto ad altre aree del Paese – ha detto la prof.ssa Francesca Scazzina, consigliere e referente dei Gruppi di Lavoro della SINU – Gli incontri saranno volti alla sensibilizzazione delle scuole e delle famiglie sull’importanza di seguire un regime alimentare sano e sostenibile. A tal fine la promozione della Dieta Mediterranea può davvero rappresentare un utile strumento per adottare un’alimentazione che porti a benefici per la salute e per la sostenibilità ambientale, sul lungo termine».