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“Il risparmio è materia prima fondamentale per lo sviluppo equilibrato di un paese. Rende le famiglie meno vulnerabili alle congiunture sfavorevoli, consentendo loro di guardare al futuro con fiducia”. Sono le parole con cui Ignazio Visco, Governatore della Banca d’Italia, ha iniziato il suo discorso per l’88a Giornata Mondiale del Risparmio che si celebra oggi, 31 ottobre. Il risparmio degli italiani, da sempre tra i più alti al mondo, sta calando da oltre 20 anni e ora più che mai: la quota risparmiata del reddito nazionale è inferiore alla media europea. Parliamo di uno scarso 17% (4 punti li ha persi negli ultimi 7 anni), contro il 22% in Germania e il 18% in Francia.
A calare è il risparmio delle famiglie che si affidano, più che in passato, al credito al consumo, che a fine 2011 era pari all’11% del reddito disponibile, e ai mutui ipotecari, al 32% cioè 3 volte il valore della fine degli anni Novanta. Negli ultimi 5 anni i redditi delle famiglie son calati del 9% in termini reali (a differenza di quello che è successo in Francia e in Germania).
In una situazione del genere è difficile accumulare risorse desiderate al risparmio. E lo dimostrano i dati dell’Istat, secondo cui  rispetto ai primi anni del 2000 la quota di chi dichiara di voler risparmiare è aumentata del 15%, raggiungendo il 90%, mentre quella di chi afferma di poterlo fare è diminuita del 10%, toccando quota 26%. Divario che diventa ancora più ampio tra gli anziani e i giovani. Il rischio è quello di un circolo vizioso: “l’economia cresce poco, si riduce la capacità di risparmio, le famiglie si sentono più incerte e sfiduciate, la crescita frena ulteriormente”.
Visco ha menzionato i gravi di comportamenti scorretti della finanza che, però, non hanno intaccato la stabilità del sistema bancario italiano. “La Banca d’Italia non transige sulla cattiva gestione; utilizza tutti gli strumenti a disposizione, anche straordinari, per evitare le irregolarità, contenerne gli effetti sulla fiducia dei consumatori e sulla solidità degli intermediari, favorire la migliore allocazione del risparmio”.
Ma ci sono famiglie in grossa difficoltà, come quel 2% che ha un debito elevato, superiore al 30% del reddito. A sostenerle c’è la moratoria concordata tra ABI e Associazioni dei consumatori, di recente prorogata sino al gennaio 2013.
“Nel corso dell’anno sono emersi deboli segni di miglioramento – ha detto Visco – Si è interrotto l’allungamento dei tempi di pagamento delle transazioni commerciali tra imprese; sono riprese le emissioni di obbligazioni da parte delle aziende di maggiori dimensioni. Le previsioni degli analisti finanziari e i più recenti sondaggi congiunturali segnalano un’attenuazione del pessimismo sulle prospettive dell’attività produttiva, in particolare di quella volta all’esportazione”. Secondo il Governatore di Bankitalia “la crisi dell’area dell’euro riflette due fattori di rischio: le debolezze di alcuni paesi membri, che alimentano dubbi sulla sostenibilità del loro debito pubblico, e l’incompletezza della costruzione europea, alla base di più generali timori sulla reversibilità dell’unione monetaria”.
“Gli interventi in atto, in Europa e nei paesi più colpiti dalla crisi, avranno successo solo se tutte le parti in causa terranno pienamente fede agli impegni presi. L’aggiustamento di bilancio senza le riforme strutturali finirebbe inevitabilmente per essere controproducente. Ma le riforme non potranno dispiegare pienamente i propri effetti se dubbi e incertezze sul futuro della moneta unica dovessero mantenere gli spread sovrani al di sopra dei valori coerenti con i fondamentali economici di ciascun paese. La politica monetaria – ha concluso Visco – può costituire un argine efficace contro queste distorsioni. Ma i benefici potranno essere duraturi solo se la disciplina di bilancio e le riforme nazionali ed europee proseguiranno con la necessaria risolutezza”.
“Con anni di colpevole ritardo le Istituzioni si stanno finalmente rendendo conto della grave situazione del risparmio in Italia – commentano Federconsumatori e Adusbef – Di risparmio ormai non c’ è neanche più traccia, anzi le famiglie stanno “raschiando il fondo” dei già magri risparmi che erano riusciti a metter da parte in passato. “Sarebbe ora che anche le autorità si dotassero di sensori sui mutamenti socio-economici più idonei e qualificati, per rilevare con maggiore prontezza le reali condizioni in cui si trovano le famiglie italiane – dichiarano i Presidenti delle due Associazioni Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti – Le famiglie fanno difficoltà ad arrivare a fine mese, figuriamoci se riescono a metter da parte qualche risparmio. Dal 2008 ad oggi il loro potere di acquisto è diminuito del -13,2%, i consumi si contraggono a vista d’occhio e persino l’indebitamento è in diminuzione. Le famiglie si trovano in condizioni economiche così precarie ed intravedono prospettive future talmente negative che hanno rinunciato anche ad indebitarsi. Non è un caso, infatti, che proprio quest’anno si registri la contrazione più marcata delle consistenze debitorie rilevata da anni, pari a circa il -7% rispetto al 2009″.
Ad aggravare ulteriormente questo quadro giungono i dati drammatici diffusi oggi sulla disoccupazione record al +10,8% (il livello più alto da quando sono iniziate le serie storiche mensili dell’Istat), che determinerà nuovi effetti negativi sul potere di acquisto delle famiglie e, quindi, sull’intero andamento economico. “È ora che il Governo si decida ad intervenire seriamente per spezzare la pericolosa spirale negativa su cui si sta avvitando sempre di più la nostra economia, fatta di impoverimento e recessione – concludono i due Presidenti – Per questo bisogna avviare misure tese a risollevare il potere di acquisto delle famiglie ed a rilanciare gli investimenti per lo sviluppo tecnologico e la ricerca: operazioni indispensabili se si vogliono evitare ulteriori danni all’economia ed ai bilanci delle famiglie”.
“È essenziale – afferma Pietro Giordano, Segretario Generale di Adiconsum – far sentire i consumatori parte della sfida di ricostruzione nel Mercato Europeo e nel Sistema Bancario Europeo, per riavviare uno sviluppo duraturo del Paese. In questo quadro il risparmio delle famiglie ha un ruolo strategico per rilanciare e riavviare l’economia. L’impegno del Governo e di tutte le parti – istituzionali e non – deve mettere al centro azioni concrete volte a far riguadagnare la fiducia dei consumatori e delle famiglie italiane nel risparmio, ripristinandone il valore non solo economico ma anche sociale e personale. Sono necessari quindi investimenti sicuri e competitivi – prosegue Giordano – ma servono anche azioni di governo che tengano conto delle difficoltà delle famiglie e dei cittadini/consumatori, oggi chiamati a grandi sacrifici. La fiducia nel risparmio e nei Mercati passa per la fiducia dei consumatori che chiedono un sistema fondato sull’equità, a partire dall’impatto fiscale, per arrivare a riavviare l’economia in un contesto di equità sociale.
Secondo l’Aduc quella della Giornata del Risparmio è “l’ennesima, pomposa quanto inutile, cerimonia con la quale i vertici delle istituzioni politiche e finanziarie, a parole, celebrano l’importanza del risparmio degli italiani mentre da anni operano sistematicamente per abusarne in ogni modo“. “Come ogni anno, la cerimonia è stata l’occasione per le istituzioni bancarie (fondazioni e ABI) per lamentarsi delle norme che non gli piacciono e chiedere cambiamenti. Anche quest’anno, neppur un minimo di autocritica. Da anni, ormai, le banche –anche quelle italiane– fanno la maggior parte degli utili attraverso le commissioni, in particolare quelle legate ai prodotti finanziari che servono a distruggere i risparmi degli italiani. Proprio l’esatto contrario di quello che, a parole, le istituzioni finanziarie dicono di voler fare! Ogni anno – conclude l’Aduc – vengono distrutti circa 20 miliardi di risparmi degli italiani attraverso costi inutili applicati sui loro risparmi. Una “tassa” impropria che paghiamo ogni anno ad un sistema finanziario inefficiente e dannoso per il sistema economico“.
 


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