Troppo cemento, troppo inquinamento, troppo asfalto. Ogni giorno in Europa si degradano 500 ettari di terra fertile. Ogni anno in Europa sparisce sotto il cemento suolo fertile esteso come l’intera città di Roma. E invece il suolo va considerato un bene comune, come l’acqua e l’aria. Va protetto e tutelato, perché un suolo sano protegge dai cambiamenti climatici, dalle emergenze alimentari e dai disastri ambientali. Per questo in occasione della Giornata mondiale della Terra, che si celebra domani, le associazioni ambientaliste chiedono all’Europa norme specifiche per tutelare il suolo e invitano a firmare l’iniziativa dei Cittadini europei People4Soil.

consumo di suoloL’iniziativa, sostenuta da centinaia di organizzazioni di 26 paesi europei, vuole supportare la proposta di una Direttiva Europea sul consumo del suolo che stabilisca, una volta per tutte, come il suolo sia una risorsa strategica per assicurare la sicurezza alimentare, la tutela della biodiversità e la regolazione dei cambiamenti climatici. Servono un milione di firme in tutta Europa entro il 12 settembre. La petizione – che può essere firmata anche online su www.salvailsuolo.it – chiede che l’Unione europea introduca una legislazione specifica sul suolo, riconoscendolo e tutelandolo come un patrimonio comune. “Chiediamo che il suolo venga riconosciuto come un patrimonio comune che necessita di protezione a livello europeo, in quanto garantisce la sicurezza alimentare, la conservazione della biodiversità e la regolazione dei cambiamenti climatici – si legge online – Chiediamo un quadro legislativo che tuteli i suoli europei dall’eccessiva cementificazione, dalla contaminazione, dall’erosione, dalla perdita di materia organica e dalla perdita di biodiversità”.

Nel frattempo i promotori dell’iniziativa People4Soil hanno scritto ieri al presidente della Commissione europea Jean-Claude Junker, sollecitando un suo rapido intervento per sviluppare un quadro legislativo vincolante per gli Stati membri, che riconosca al suolo lo status di “bene comune” proprio come l’aria e l’acqua. Ogni giorno nei Paesi della UE vengono urbanizzati o degradati 500 ettari di suolo, ricorda il WWF, e in molti casi il degrado corrisponde a una perdita definitiva della risorsa, ad esempio in seguito a urbanizzazioni. “Il suolo è la risorsa naturale più preziosa e scarsa in Europa, ma non la proteggiamo! Negli ultimi 50 anni, in Europa la superficie coperta di cemento e asfalto è raddoppiata, arrivando a 20 milioni di ettari: due volte la superficie agricola italiana. Senza contare tutte le altre minacce a carico dei suoli: 3 milioni di siti contaminati, 10 milioni di ettari gravemente danneggiati dall’erosione e 14 milioni a rischio desertificazione sono alcune cifre di danni già registrati. Se vogliamo che la comunità internazionale arresti il degrado di suolo, dobbiamo iniziare dalla nostra casa comune: è urgente una direttiva europea per la tutela dei suoli!”

In Italia la task force formata da ACLI, Coldiretti, FAI, INU, Legambiente, LIPU, Slow Food e WWF punta poi il dito anche sulla grave impasse del progetto di legge nazionale contro il consumo di suolo, da tre anni rimpallato dalle commissioni delle due Camere e, da 11 mesi, impantanato al Senato. “L’Italia per una volta poteva essere capofila europea, come primo Paese a darsi regole per il contenimento del consumo di suolo, ed invece quel provvedimento, che pareva sospinto da consenso unanime, sembra essersi infilato in un tunnel di cui ancora non si vede la fine”. Da qui la richiesta di sbloccare la situazione anche in Italia.


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