Sono oltre 3 milioni gli italiani che soffrono di depressione: una percentuale variabile tra il 4,4% e il 7%. In tutta Europa, il numero supera i 40 milioni. Anche le previsioni per il prossimo futuro non possono considerarsi positive: per il 2030 la Società italiana di psichiatria stima che la depressione sarà “la prima malattia più invalidante al mondo con altissimi costi sociali e forte impatto economico”. Numeri importanti nei confronti dei quali l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha ritenuto concentrare l’attenzione in occasione della Giornata della Salute che si svolge oggi in tutto il mondo.La giornata, che celebra la nascita dell’Oms avvenuta nel 1948, è un’occasione per promuovere a livello globale la sensibilizzazione su argomenti cruciali di salute pubblica di interesse della comunità internazionale, e lanciare programmi a lungo termine sugli argomenti al centro dell’attenzione. Non si tratta semplicemente di accendere i riflettori su un argomento per 24 ore ma, al contrario, cominciare a un percorso che possa migliorare le condizioni di salute in tutto il mondo.

La giornata di quest’anno rappresenterà il momento clou della campagna “Depression: Let’s talk” che l’Oms ha lanciato in occasione dello scorso World Mental Health Day. La depressione, infatti, può essere evitata e curata ed è quindi importante parlarne a livello personale.

Oggi si dispone di molti strumenti efficaci per vincere la battaglia contro “il male oscuro”: non solo cure sempre più innovative, ma anche psicoterapie, terapie somatiche combinate tra di loro o poste in modalità sequenziale.

Sono ancora pochi però coloro che arrivano alla diagnosi e alla terapia: solo 1/3 di coloro che ne avrebbe necessità. Scarsa anche l’aderenza alle cure che invece è la condizione necessaria per evitare ricorrenze e l’aumento del rischio di cronicizzazione.

Quali sono i soggetti più a rischio? Secondo la Sip, la depressione è più accentuata nelle persone con condizioni socio economiche e scolarità basse. Sono maggiormente esposte le persone che hanno subito abusi, bullismo, violenza, separazioni, divorzi, con una storia familiare che li predispone o patologie croniche come diabete, ipertensione, cardiopatie, malattie endocrine e autoimmuni.

Un discorso a parte va fatto poi per l’universo femminile. Come sottolinea l’Osservatorio nazionale per la salute della donna (Onda), la depressione è più diffusa nel genere femminile, con una percentuale doppia in specifiche fasi della vita (menarca, perinatale, periclimaterio). Per Onda “è tempo per un Piano nazionale di lotta alla Depressione che evidenzi i bisogni e indichi il percorso da seguire”. E dal 18 al 24 aprile, la popolazione femminile con problemi di depressione potrà fruire di visite e colloqui in 152 Ospedali italiani. Obiettivo: avvicinare alle cure e superare lo stigma.


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