Oltre 80 neonati negli ultimi dieci anni hanno acquisito l’infezione da HIV dalla madre. È l’allarme che è stato lanciato dal Registro italiano per l’infezione da HIV in pediatria, che nella Giornata mondiale contro l’Aids di oggi solleva il caso su un fenomeno poco conosciuto e legato alla mancata  effettuazione del test HIV in gravidanza. Questo, sottolineano dal Registro, deve essere accessibile a tutte le donne che aspettano un bambino, perché la trasmissione dell’HIV da madre a figlio può essere prevenuta attraverso la terapia.

“In Italia, negli ultimi 10 anni, almeno 82 neonati hanno acquisito l’infezione da HIV dalla madre. Questi numeri rappresentano un inquietante campanello di allarme e indicano che in Italia non vi è adeguato counselling alle donne in gravidanza”: è quanto ha reso noto il Professor Maurizio de Martino, Professore Ordinario di Pediatria dell’Università di Firenze, esponendo i dati del Registro Italiano per l’Infezione da HIV in Pediatria. Nel rispetto dell’anonimato, il Registro raccoglie dal 1985 dati epidemiologici e clinici sui bambini con infezione da HIV o nati da madre HIV-positiva (complessivamente sono oltre 11.000).

Attualmente la trasmissione madre-figlio del virus dell’HIV può essere prevenuta con la terapia in gravidanza, in grado di determinare il quasi azzeramento dei bambini nati infetti da donne HIV-positive. “Invece – spiega il Professor de Martino – gli 82 bambini infettati sono nati in Italia da donne che non avevano fatto il test per HIV in gravidanza, da donne che hanno rifiutato la terapia o da donne alle quali è stata sconsigliata la terapia. Questo ha comportato il tragico risultato di avere 26 casi di AIDS e 2 decessi. Eventi di questa natura non sono, attualmente, accettabili, in assoluto, ma ancor di più in un Paese come il nostro ad elevate risorse”. La diagnosi dello stato di infezione della madre è invece fondamentale per ridurre quasi a zero il rischio di trasmissione al bambino. Da qui l’invito a fare il test HIV in gravidanza. “Tutti i medici e i ginecologi devono incentivare l’effettuazione del test HIV in gravidanza ed il test deve essere accessibile a tutte le donne incinta – conclude de Martino – ma si deve anche ricordare alle donne in età fertile che esiste l’infezione da HIV e che questa viene acquisita anche al di fuori delle cosiddette categorie a rischio. Le madri devono sapere che il proprio bambino ha il diritto di nascere sano”.

Nella Giornata mondiale di oggi, fra le iniziative in campo, si segnala l’azione del Telefono Verde dell’Istituto superiore di sanità, che prolunga l’orario di consulenza. Il Telefono Verde Aids e Infezioni Sessualmente Trasmesse (TV AIDS e IST) – 800861061, normalmente attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 13.00 alle ore 18.00, prolungherà l’orario dalle ore 10.00 alle ore 18.00. Il Servizio, anonimo e gratuito, mette a disposizione degli utenti ricercatori e consulenti con diverse professionalità che rispondono anche in lingua inglese e via web al contatto Skype uniticontrolaids.

Oggi si potrà usufruire anche della consulenza di un esperto in materia legale, in genere disponibile il lunedì e il giovedì dalle ore 14.00 alle ore 18.00, che potrà aiutare coloro che contatteranno il Telefono Verde in merito ai molteplici aspetti normativi correlati a queste infezioni (tutela della privacy nella registrazione del codice di esenzione per patologia, accesso alle cure da parte degli stranieri). Prevista inoltre l’attivazione, in collaborazione con  l’Università Ca’ Foscari di Venezia, di un indirizzo di posta elettronica dedicato alle persone non udenti e l’avvio di un’indagine telefonica ad hoc rivolta alle donne che contatteranno il Telefono. Oggi inoltre prende il via la campagna di comunicazione del Ministero della Salute “Con l’HIV non si scherza, proteggi te stesso e gli altri!”, che vuole sottolineare l’importanza di proteggere se stessi e gli altri ricordando a tutti che l’HIV e le altre infezioni sessualmente trasmesse sono più diffusi di quanto si pensi. Ci saranno spot tv e una campagna su Youtube destinata ai giovanissimi.


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