“Abbiamo finalmente raggiunto l’intesa sul riordino del settore del gioco d’azzardo”. Così l’Associazione nazionale comuni italiani (Anci) ha accolto l’intesa sul riordino del gioco raggiunta ieri in Conferenza delle Regioni fra i presidenti delle Regioni e delle Province autonome e il Governo. L’intesa apre all’autonomia degli enti locali nel decidere sulle distanze dei punti gioco dai luoghi sensibili, come scuole e chiese, e sulle fasce orarie di chiusura. E prevede la diminuzione dei punti gioco e delle slot presenti sul territorio da qui a tre anni.

Le disposizioni specifiche in materia, previste in ogni Regione o Provincia autonoma, se prevedono una tutela maggiore, continueranno comunque ad esplicare la loro efficacia. Inoltre le Regioni e le Province autonome ai fini del contrasto delle patologie afferenti alla dipendenza da gioco d’azzardo, potranno prevedere forme maggiori di tutela per la popolazione”. E’ quanto prevede l’intesa  sul gioco pubblico sancita dalla Conferenza Unificata (Stato-Regioni-Enti locali) che ha dato il via alla riforma, con l’obiettivo del dimezzamento sul territorio delle sale giochi. L’accordo prevede la diminuzione, in tre anni, dei punti gioco, dagli attuali 98.600 a circa cinquantamila e delle Awp (le slot), dalle circa 400 mila a 265 mila entro il 30 aprile 2018, con un taglio percentuale del 35%.

“È il caso di dire finalmente. Abbiamo finalmente raggiunto l’intesa sul riordino del settore del gioco d’azzardo. Un riordino che afferma il potere dei Comuni di stabilire orari di apertura delle sale e distanze minime da scuole, chiese e oratori – ha detto il sindaco di Bari e presidente dell’Anci, Antonio Decaro al termine dei lavori della Conferenza unificata – Come sindaci abbiamo ottenuto quello che volevamo, quello che le nostre comunità, le associazioni attive sul territorio, la rete del sistema sociale che ha a che fare ogni giorno con la ludopatia, ci chiedevano. Lo sintetizzo in tre punti essenziali: si dimezzano in tre anni i punti gioco e le macchinette più vecchie vengono rottamate e solo in parte rimpiazzate con altre collegate direttamente con i Monopoli di Stato; noi sindaci decidiamo le fasce orarie di chiusura, fino a sei ore consecutive al giorno, di queste attività e imponiamo la loro distanza da tutti i luoghi che riteniamo sensibili, come scuole e chiese; aumenta lo standard di qualità e sicurezza dei punti gioco nei quali dovranno essere assicurati accesso selettivo, tramite l’identificazione con documento del giocatore, e la videosorveglianza, non potranno essere esposte immagini eccessive che inducano al gioco, e il personale dovrà essere formato anche sul contrasto al gioco d’azzardo. In sostanza è tutto quello che abbiamo chiesto per mesi. Queste norme erano necessarie. Finalmente ci sono”.

L’intesa dunque lascia alle Regioni la possibilità di intervenire sulla materia. “E’ un buon punto d’equilibrio tra l’esigenza di contrastare il gioco clandestino e necessità di ridurre il volume”, ha commentato il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti. “Un lavoro faticoso, lungo, ma alla fine di grande soddisfazione. L’intesa raggiunta oggi (ieri, ndr) sul riordino dei punti di raccolta del gioco pubblico segna uno spartiacque importantissimo, perché avvia un’azione di contrasto alla ludopatia e di contenimento del gioco d’azzardo”, ha dichiarato il Presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini, spiegando che l’accordo prevede la progressiva riduzione di circa il 50% del numero degli apparecchi AWP per il gioco in circolazione e il dimezzamento in tre anni dei punti di vendita del gioco pubblico.


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