G7 Agricoltura, da Terra Madre sei proposte: sì all’agroecologia, al biologico, all’educazione alimentare
Federbio, Legambiente e Slow Food Italia lanciano sei proposte una nuova nuova agricoltura: un modello agroalimentare sostenibile, basato sull’agroecologia, sul biologico, sulla promozione dell’educazione alimentare e la lotta al caporalato
Sei proposte al G7 che puntano a rendere l’agricoltura più sana e compatibile con l’ambiente e a fare in modo che l’agroecologia diventi presto realtà in tutto il mondo. Sei proposte che vanno dalla promozione dell’agroecologia e dell’agricoltura biologica all’educazione alimentare, dalla riduzione degli sprechi al contrasto al caporalato. Sono le proposte che vengono da Terra Madre Salone del Gusto a Torino, dove i presidenti di FederBio, Legambiente e Slow Food Italia (Maria Grazia Mammuccini, Stefano Ciafani e Barbara Nappini) hanno delineato un quadro delle sfide e delle opportunità per il futuro dell’agricoltura. È il momento di cambiare rotta per l’agricoltura, settore che raccoglie le sfide della sostenibilità ambientale e della giustizia sociale.
Secondo le tre associazioni, l’agricoltura “deve farsi motore di trasformazione sociale, culturale e ambientale, proteggendo la biodiversità, rigenerando i suoli e restituendo valore e dignità a contadini e allevatori che, attraverso pratiche sostenibili, dovranno fornire cibo sempre più sano e rispettoso dell’ambiente”, informa una nota.
Per raggiungere questi obiettivi, FederBio, Legambiente e Slow Food Italia hanno elaborato una road map in 6 Sì. Sei proposte concrete rivolte al governo italiano e ai partner internazionali presenti al G7 Agricoltura in corso a Siracusa, “per una nuova agricoltura, più giusta e sostenibile”.
Spiega Stefano Ciafani, presidente di Legmbiente: «Al G7 chiediamo un impegno senza precedenti per l’agricoltura e il futuro del Pianeta. Serve abbandonare pratiche agricole dannose, scegliendo modelli sostenibili che rispettino non solo la biodiversità, ma anche la salute dei suoli e delle acque, e serve farlo adesso. L’agricoltura deve diventare un motore di innovazione, capace di rigenerare il territorio e di rispondere alle sfide climatiche attuali».
Sei Sì per cambiare l’agricoltura
Il percorso in sei punti parte dal sì all’agroecologia, che significa no all’agricoltura intensiva. Quest’ultima ha compromesso biodiversità e fertilità dei suoli.
“È necessario promuovere il passaggio verso l’agroecologia, di cui il biologico rappresenta l’espressione più avanzata e concreta – si legge nella road map – L’agroecologia non solo riduce l’uso di pesticidi, ma garantisce anche maggiore resilienza nei confronti dei cambiamenti climatici, protezione della biodiversità e contrasto alle pratiche intensive. Al G7, chiediamo di adottare misure vincolanti per bandire il glifosato, ridurre drasticamente la dipendenza dai pesticidi e favorire pratiche agricole virtuose che tutelino gli ecosistemi, accrescano la fertilità dei suoli e salvaguardino la salute dei cittadini”.
Altri punti: sì all’agricoltura biologica e no a pesticidi e OGM; sì all’allevamento sostenibile e capace di garantire il benessere animale e rispettare gli ecosistemi, no alla zootecnia industriale.
Da Terra Madre arriva poi anche il sì all’educazione alimentare in tutte le scuole e rifiuto dei cibi ultraprocessati.
“È urgente un cambio di rotta nell’educazione alimentare dei più giovani. L’introduzione dell’educazione alimentare nelle scuole deve diventare prioritaria per sensibilizzare le nuove generazioni sul valore del cibo e sulla sua origine, veicolando la cultura del rispetto per l’ambiente e per il proprio corpo. Un tassello fondamentale per promuovere diete equilibrate e ridurre gli sprechi”.
Tutto questo porta dunque all’altro sì: quello che prevede la riduzione degli sprechi alimentari e rifiuta la cultura dell’usa e getta.
Ci sono poi il contrasto al caporalato e alle agromafie e la difesa dei diritti dei lavoratori, che significa giustizia sociale.
“È fondamentale impegnarsi in modo forte e senza sosta nel contrasto alle agromafie e al caporalato, garantendo la difesa dei diritti dei lavoratori nel settore agricolo – rivendicano le tre associazioni – Questo impegno deve tradursi in politiche concrete che tutelino chi lavora la terra, assicurando dignità e giustizia sociale a tutte e tutti. Solo così potremo costruire un sistema agricolo equo e sostenibile, in cui ogni persona abbia accesso a condizioni di lavoro dignitose”.
Spiega Maria Grazia Mammuccini, presidente FederBio: «Con Slow Food e Legambiente chiediamo quindi con forza ai leader internazionali del G7 Agricoltura un profondo ripensamento del modello agroalimentare. Non possiamo permetterci di continuare con l’agricoltura intensiva, che ha generato impatti devastanti su ambiente e biodiversità. Bisogna agire adesso e sostenere gli agricoltori nel cambiamento. Occorre investire con decisione sulla transizione agroecologica, di cui il biologico rappresenta la punta più avanzata di sostenibilità ambientale, economica e sociale».