La sentenza emessa lo scorso agosto dalla Corte europea dei diritti umani nella causa Costa-Paravan sulla procreazione assistita è diventata definitiva: ieri i giudici di Strasburgo hanno respinto il ricorso del Governo italiano ed hanno sancito così “l’incoerenza del sistema legislativo italiano in materia di diagnosi preimpianto”. La legge 40 del 2004 risulta, infatti, incoerente perché vieta l’impianto dei soli embrioni non affetti da fibrosi cistica, mentre con la legge sull’interruzione di gravidanza si autorizzano i genitori ad abortire un feto affetto dalla stessa patologia.
La decisione della Corte europea dei diritti umani apre quindi le porte della procreazione medicalmente assistita, nonché alle diagnosi preimpianto alle coppie affette o portatrici sane di malattie genetiche. 
“Una vera e propria vittoria di civiltà e buon senso” scrive in una nota Federconsumatori che ricorda come in passato abbia “denunciato con forza gli aspetti fortemente discriminatori di una legge arretrata, lesiva del diritto dei genitori di scegliere se mettere al mondo o meno un figlio destinato a enormi sofferenze ed a morte prematura”.
“Legge che il Ministro Balduzzi, ignorando gli appelli dei genitori interessati e di molte forze sociali e politiche, aveva deciso ottusamente di difendere – sottolinea l’Associazione – presentando un appello alla Corte Europea che già ad agosto si era espressa sull’incoerenza della legge 40. Il pieno insuccesso della linea adottata dal Governo è sottolineato anche dalla condanna, inflitta dalla Corte Europea dei diritti umani, a risarcire 15.000 euro di danni morali agli aspiranti genitori. Ora ci aspettiamo che, di fronte a questa sentenza storica, l’Italia cambi decisamente marcia, riconoscendo pienamente il diritto di scelta ai genitori. Superare la legge 40 non significa solo prevedere l’accesso alla diagnosi reimpianto alle coppie fertili che possono trasmettere malattie genetiche: lasciarsi alle spalle questa legge anacronistica significa anche aprire le porte alla fecondazione eterologa”.
“E’ ora che il nostro Paese apra le frontiere al progresso: è intollerabile che molte coppie possano avverare il desiderio di avere un bambino solo recandosi all’estero”. Federconsumatori, tramite i suoi legali, è pronta ad affiancare le coppie che chiedono l’abolizione dei divieti espressi dalla legge 40, affinché vedano finalmente riconosciuto il loro legittimi diritti.


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