Eventi estremi, in Italia quest’anno sono già aumentati del 27%
Nei primi dieci mesi del 2022 sono già 254 gli eventi meteo estremi che si sono verificati in Italia, con un aumento del 27% rispetto all’intero anno precedente. Dal 2010 a oggi si contano oltre 1500 eventi estremi con 279 vittime. L’allarme di Legambiente nell’Osservatorio CittàClima 2022
Allagamenti da piogge intense, trombe d’aria, mareggiate, frane, esondazioni e danni da siccità prolungata. Nei primi dieci mesi di quest’anno gli eventi climatici estremi in Italia sono già oltre 250 e sono aumentati del 27% rispetto all’intero scorso anno. Negli ultimi 13 anni si contano oltre 1500 eventi estremi che hanno fatto 279 vittime e ingentissimi danni.
Eppure in Italia il piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici è fermo in bozza dal 2018. In nove anni l’Italia ha speso oltre 13 miliardi di euro per la gestione delle emergenze meteoclimatiche, in un rapporto di quasi 1 a 4 fra spese per la prevenzione e spese per riparare i danni.
È quanto denuncia oggi Legambiente nel nuovo report “Il clima è già cambiato” dell’Osservatorio CittàClima 2022 realizzato dall’associazione con il contributo del Gruppo Unipol, e sintetizzato nella mappa del rischio climatico.
«Nella lotta alla crisi climatica – dice Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – da troppi anni l’Italia sta dimostrando di essere in ritardo. Continua a rincorrere le emergenze senza una strategia chiara di prevenzione, che permetterebbe di risparmiare il 75% delle risorse economiche spese per i danni provocati da eventi estremi, alluvioni, piogge e frane, e non approva il Piano nazionale di adattamento al clima, dal 2018 fermo in un cassetto del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica. È fondamentale approvare entro fine anno il Piano, ma anche definire un programma strutturale di finanziamento per le aree urbane più a rischio, rafforzare il ruolo delle autorità di distretto e dei comuni contro il rischio idrogeologico e la siccità, approvare la legge sul consumo di suolo, e cambiare le regole edilizie per salvare le persone dagli impatti climatici e promuovere campagne di informazione di convivenza con il rischio per evitare comportamenti che mettono a repentaglio la vita delle persone».
Crisi climatica ed eventi estremi in Italia
La crisi climatica accelera sempre di più la sua corsa insieme agli eventi estremi, è l’allarme di Legambiente. I numeri sono impressionanti.
«Nei primi dieci mesi del 2022, seppur con dati parziali, sono stati registrati nella Penisola 254 fenomeni meteorologici estremi, +27% di quelli dello scorso anno (intero anno) – dice Legambiente – Preoccupa anche il bilancio degli ultimi 13 anni: dal 2010 al 31 ottobre 2022 si sono verificati in Italia 1.503 eventi estremi con 780 comuni colpiti e 279 vittime. Tra le regioni più colpite: Sicilia (175 eventi estremi), Lombardia (166), Lazio (136), Puglia (112), Emilia-Romagna (111), Toscana (107) e Veneto (101)».
Sugli oltre 1500 eventi estremi, calcola Legambiente, ben 529 sono stati casi di allagamenti da piogge intense come evento principale, e che diventano 768 se si considerano gli effetti collaterali di altri eventi estremi, quali grandinate ed esondazioni. Sono 531 i casi di stop alle infrastrutture con 89 giorni di blocco di metropolitane e treni urbani e 387 eventi con danni causati da trombe d’aria.
A soffrire sono soprattutto le aree urbane e le grandi città. A Roma per esempio dal 2010 si contano 66 eventi estremi, 6 solo nell’ultimo anno, e oltre la metà (39) sono allagamenti a seguito di piogge intense. Seguono per numero di eventi Bari, Agrigento, Milano, Genova.
Il Piano di adattamento al clima
Il report viene presentato anche in occasione della Cop27 in corso in Egitto.
Doppio l’appello di Legambiente: «Se da una parte al livello internazionale è fondamentale che si arrivi ad un accordo ambizioso e giusto in grado di mantenere vivo l’obiettivo di 1.5°C ed aiutare i Paesi più poveri e vulnerabili a fronteggiare l’emergenza climatica, dall’altra parte è fondamentale che l’Italia faccia la sua parte».
L’associazione chiede al Governo Meloni di aggiornare e approvare entro la fine dell’anno il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (PNACC), rimasto in bozza dal 2018.
A oggi ci sono 24 paesi europeo che hanno adottato un piano nazionale o settoriale di adattamento al clima. Manca l’Italia che negli ultimi nove anni, dice Legambiente, ha speso 13,3 miliardi di euro in fondi assegnati per le emergenze meteoclimatiche (tra gli importi segnalati dalle regioni per lo stato di emergenza e la ricognizione dei fabbisogni determinata dal commissario delegato). Si tratta di una media di 1,48 miliardi/anno per la gestione delle emergenze, calcola Legambiente, in un rapporto di quasi 1 a 4 tra spese per la prevenzione e quelle per riparare i danni.