I discorsi d’odio online colpiscono soprattutto rom e migranti. Nel dibattito sui social media scatenato dagli interventi dei candidati al Parlamento europeo e dalle risposte degli utenti, primeggiano i temi legati all’immigrazione, alla solidarietà e alle minoranze religiose. Ma rom, migranti, minoranze religiose, donne e solidarietà non solo scatenano polemiche: si ammantano di forti connotazioni negative e di contenuti negativi. Il monitoraggio dei discorsi d’odio lanciato da Amnesty International in vista delle europee di fine maggio denuncia che rom e migranti sono in cima alla lista dei contenuti negativi online.

È “rom” il tema che ha scatenato il maggior numero di polemiche sui social media, col 76% (oltre 3 su 4) di contenuti negativi, seguito da “immigrazione” (73%); “minoranze religiose” (70%), “donne” (65%) e “solidarietà” e (63%)”, ha detto Amnesty diffondendo, qualche giorno fa, i dati preliminari del monitoraggio online.

Sono le prime tendenze suggerite da dati parziali (17.500 contenuti) valutati da Amnesty International Italia tra il 26 aprile e l’8 maggio, col supporto di circa 150 attivisti, nell’ambito del monitoraggio “Barometro dell’odio – Elezioni europee 2019”.

Sotto la lente dell’organizzazione ci sono i feed Facebook e Twitter dei candidati ai seggi italiani del Parlamento europeo. Il tono generale del dibattito online è molto negativo. Gli utenti ricorrono spesso a toni negativi per parlare dei temi che Amnesty sta monitorando: donne, persone Lgbti, disabilità, migranti, rifugiati e persone con background migratorio, rom, minoranze religiose, solidarietà, povertà socio-economica.

Il controllo viene fatto sui profili Facebook e Twitter dei canditati al Parlamento europeo più attivi online e dei leader di partito, per valutare come si esprimono e se usano un linguaggio d’odio, nonché sulle reazioni e sulle risposte degli utenti. Guardando all’incidenza dei singoli temi sul dibattito complessivo (che include tutti contenuti valutati, sia negativi che positivi o neutri) “immigrazione”, “minoranze religiose” e “solidarietà” sono fra gli argomenti più discussi. Amnesty segnala pure il trattamento riservato al tema “donne”: “Se nel caso dei politici quasi 1 post / tweet su 4 (22,5%) con riferimento a questo argomento è negativo, l’incidenza schizza fino al 72% se ci si focalizza solo sui commenti degli utenti”.

Ci saranno aggiornamento il 17 e il 24 maggio, mentre il rapporto finale e dettagliato sarà diffuso in occasione dell’insediamento del nuovo Parlamento europeo. In occasione della campagna elettorale, Amnesty International ha chiesto inoltre alle candidate e ai candidati di impegnarsi, se eletti, a promuovere e proteggere i diritti umani in otto distinti ambiti: donne e persone Lgbti; migranti e rifugiati; politiche di austerità; spazi di libertà; difensori dei diritti umani; rom; attività economiche e diritti umani; cambiamento climatico.


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