Secondo alcune indiscrezioni, la Commissione europea potrebbe chiedere di proseguire con la tassazione sulle transazioni finanziarie anche se non tutti i Paesi Ue sono d’accordo. Si tratta della cosiddetta “cooperazione rafforzata” con la quale basta l’ok di 9 Paesi membri. Intanto il Parlamento europeo ha approvato un importante pacchetto legislativo detto “two pack” che consiste in un insieme di misure concrete per rispondere alla crisi dell’Eurozona. Più coordinazione centrale, eurobond e Fondo europeo di redenzione per condividere la frazione di debito dei Paesi della zona euro, i punti più importanti. Il pacchetto approvato a Strasburgo in prima lettura verrà discusso dai capi di Stato e di Governo al summit europeo del 28 giugno a Bruxelles.
Tobin Tax, l’Ue pronta ad andare avanti. Secondo quanto pubblicato dal quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung, la Commissione europea potrebbe proporre di introdurre una tassazione sulle transazioni finanziarie nei soli Paesi Ue che sono d’accordo. Si tratta del procedimento della “cooperazione rafforzata” che permette di proseguire con una legislazione qualora ci fosse l’accordo di almeno 9 Paesi europei. Questa cooperazione è stata recentemente usata per sbloccare il brevetto comune europeo bloccato in sede di Consiglio Ue dal No di Spagna e Italia. Consiglieri economici del Commissario Ue alla tassazione Algirdas Semeta hanno fatto sapere che la questione va discussa dai Ministri delle finanze europei al loro prossimo incontro a Bruxelles e che, appunto, almeno 9 Paesi devono essere d’accordo.
Gran Bretagna e Svezia di sicuro contrarie, Francia per il Si, Italia e Francia a certe condizioni. La posizione dei Paesi europei sulla Tobin Tax non è netta. Fa eccezione la Gran Bretagna che ha sempre palesato il suo fermo No ad ogni tipo di tassazione sulle transazioni finanziarie. A fianco di Londra c’è la Svezia, Paesi che temono una fuga di capitali oltre oceano in caso una simile tassazione venisse approvata. La Francia aveva invece fatto della Tobin tax un vero cavallo di battaglia, soprattutto con l’ex Presidente Nicolas Sarkozy che si era detto pronto ad “andare avanti anche da solo”. Altri Paesi, come Repubblica Ceca e Bulgaria, hanno sollevato delle perplessità negli ultimi summit europei nei quali se n’è parlato. Germania e Italia, infine, anche se formalmente d’accordo, hanno a più riprese precisato che una simile tassazione è attuabile “solo se pensata a livello europeo”. 
Il Parlamento europeo approva il pacchetto “two pack” per  una maggiore governance economica europea.  Il pacchetto di misure economico approvato oggi chiede il rafforzamento della coordinazione centrale sui bilanci nazionali dei Paesi dell’area Euro e l’istituzione di un Fondo europeo di redenzione che risponda nel breve periodo alla crisi del debito. Tra le soluzioni a lungo termine, i deputati propongono che, un mese dopo l’entrata in vigore della legislazione, la Commissione presenti una tabella di marcia per l’introduzione degli eurobond e una proposta per uno strumento di crescita capace di mobilitare l’1% del Pil l’anno, su 10 anni, per investimenti in infrastrutture. Il two pack approvato chiede anche che i nuovi poteri di sorveglianza della Commissione (previsti dal precedente “six pack”) sia monitorato più da vicino dagli Stati membri e dal Parlamento europeo per garantire un maggior controllo democratico. A tal fine, i deputati propongono che questi nuovi poteri siano rivisti ogni 3 anni e che il Parlamento e il Consiglio abbiano la possibilità di revocarli.
Introdurre subito un Fondo europeo di redenzione. Questo fondo dovrebbe essere creato per condividere la frazione di debito dei Paesi della zona euro che supera il 60% dei rispettivi Pil. Il debito complessivo, che oggi ammonta a 2,3 trilioni di euro, sarebbe poi ripagato su un periodo di 25 anni a un tasso d’interesse medio più basso. Nelle intenzioni degli eurodeputati, questo sistema darebbe un po’ di respiro alle finanze dei Paesi che devono affrontare forti riforme strutturali e contribuirebbe a interrompere la spirale: aumento tassi d’interesse, maggior debito, minor crescita.
Parlamento europeo contro Consiglio europeo ? Il pacchetto economico approvato a Strasburgo in prima lettura adesso verrà discusso dai capi di Stato e di Governo al summit europeo del 28 giugno a Bruxelles. Le misure proposte dall’Aula saranno molto probabilmente ostacolate da alcuni Paesi restii a concedere così tanto potere a Bruxelles, e in particolare al Parlamento, nonché il finanziamento di un nuovo fondo europeo.
di Alessio Pisanò


Vuoi ricevere altri aggiornamenti su questi temi?
Iscriviti alla newsletter!



Dopo aver inviato il modulo, controlla la tua casella per confermare l'iscrizione
Privacy Policy

Parliamone ;-)