Europa, il Parlamento boccia ACTA
Non passa a Strasburgo il nuovo accordo commerciale internazionale per contrastare la contraffazione e la pirateria informatica detto ACTA (Anti-counterfeiting trade agreement) al centro da mesi delle critiche di milioni di cittadini per le accuse di limitare la libertà online e di voler censurare il popolo della Rete. Il voto contrario del Parlamento UE blocca l’iter legislativo di ACTA che quindi non sarà legge. Si resta in attesa della sentenza della Corte di Giustizia europea per verificarne la compatibilità con il diritto comunitario.
Il Trattato anti contraffazione ACTA è stato respinto a larga maggioranza da parte del Parlamento europeo. 478 deputati hanno votato contro, 39 a favore e 165 si sono astenuti. Respinta anche la proposta di Christofer Fjellner (popolare, svedese) che aveva chiesto lo spostamento del voto a dopo la sentenza della Corte di Giustizia che ne dovrà valutare il rispetto del diritto comunitario. Nei mesi scorsi si erano dette contrarie anche la commissione per il commercio internazionale, responsabile per il dossier, e le altre quattro commissioni parlamentari (libertà civili, industria, giuridica e sviluppo) responsabili per parere qualificato. La commissione petizioni aveva ricevuto una una petizione firmata da 2,8 milioni di cittadini di tutto il mondo che chiedeva la stessa cosa.
La libertà della rete batte la lotta alla contraffazione. La paura di quanti temevano un bavaglio alla libertà del Web hanno prevalso sulle ragioni della lotta alla pirateria alimentare, farmaci, film e musica. Sotto accusa il ruolo di controllori affidato agli Internet service providers e agli intermediari di servizi Internet (come Google, Yahoo! o Wikipedia) che avrebbero dovuto vigilare sul traffico illecito in Internet. Secondo Anonymous, l’articolo 27 dell’accordo crea una cultura del sospetto che non favorisce mercato e concorrenza perché impedisce di usare il patrimonio culturale preesistente, quali le opere orfane, e tratta come reati anche la condivisione senza scopo di lucro delle opere tutelate da copyright criminalizzando strumenti, tecniche e piattaforme di condivisione come i blog, i network peer to peer, il free software e altre tecnologie che contribuiscono a disseminare cultura e conoscenza (per un approfondimento sulle ragioni del Si e del No vedere il focus Helpconsumatori del 27/02/2012).
“Sono molto felice che il Parlamento abbia deciso di seguire la mia raccomandazione di respingere ACTA”. E’ il commento del relatore del dossier David Martin (socialista, britannico) che ha ribadito le sue preoccupazioni su “un trattato troppo vago e aperto a interpretazioni erronee”. Tuttavia, ha aggiunto il relatore, “l’UE deve trovare vie alternative per proteggere la proprietà intellettuale”: “Sosterrò sempre le libertà civili rispetto alla protezione del diritto di proprietà intellettuale”.
“ACTA era la soluzione sbagliata per proteggere la proprietà intellettuale”. Lo ha detto il Presidente del Parlamento europeo Martin Schulz a margine del voto di oggi. “Il voto contro ACTA non è stato un voto contro la protezione della proprietà intellettuale. Il Parlamento europeo supporta in pieno la lotta contro la pirateria e la contraffazione che danneggiano le aziende europee e minacciano concretamente la salute dei consumatori e tanti posti di lavoro. Tuttavia ACTA era la soluzione sbagliata e come noi la pensano milioni di cittadini”. Secondo Schulz si trattava di un testo “troppo vago” che “lasciava campo ad abusi e preoccupazioni sulla privacy e libertà civili dei cittadini europei”. Si tratta di un testo “negoziato da un gruppo di Paesi industrializzati all’interno di un processo che ha provocato molte critiche per la sua mancanza di trasparenza”.
In attesa della sentenza della Corte di Giustizia europea. Il Attualmente il testo di ACTA è allo studio della Corte di Giustizia europea che deve stabilire se questo trattato mette davvero a rischio i diritti fondamentali dei cittadini dell’Unione. La Corte si occuperà di verificare che la versione attuale di ACTA non sia un limite alla libertà d’espressione e d’informazione, come denunciato dagli utenti di internet negli ultimi mesi.
ACTA torna adesso in Commissione europea. Dopo lo stop del Parlamento europeo (primo respingimento di un accordo commerciale internazionale dopo il trattato di Lisbona) il testo di ACTA torna alla Commissione europea che se vorrà potrà rimetterci mano e sottoporlo di nuovo all’attenzione del Parlamento europeo.
di Alessio Pisanò
Twitter @AlessioPisano