Europa: giocattoli e abbigliamento i prodotti più pericolosi per i consumatori
Sono giocattoli e abbigliamento – dai prodotti tessili agli articoli di moda fino alla bigiotteria – i principali prodotto pericolosi individuati nell’Unione europea lo scorso anno. Fra i rischi principali segnalati dal Sistema di allarme rapido sui prodotti non alimentari ci sono rischi chimici, legati ad esempio alla presenza di metalli pesanti nocivi e ftalati, e rischi di ferite.
Nel 2015 sono scattati oltre duemila allarmi su scala europea e una sfida fondamentale è rappresentata dalla quota crescente di prodotti che arrivano online da paesi terzi. I prodotti pericolosi vengono in gran parte dalla Cina.
Il dato viene dalle nuove statistiche sul sistema di allarme europeo pubblicate dalla Commissione europea. Nel 2015, sono stati registrati nel sistema 2072 allarmi e 2745 azioni di follow-up (divieto/blocco delle vendite, ritiro, richiamo o rifiuto dell’importazione da parte delle autorità doganali). Fra i prodotti più a rischio svettano giocattoli (27%) e l’abbigliamento, i prodotti tessili e gli articoli di moda (17%), che hanno costituito le due principali categorie di prodotti per le quali sono state adottate misure correttive, seguiti poi dai motoveicoli. Per quanto riguarda i rischi, nel 2015 il rischio segnalato più frequentemente (25% del totale delle notifiche) è stato il rischio chimico, derivante soprattutto da giocattoli, bigiotteria e abbigliamento, seguito poi dal rischio di ferite (22%). I più frequenti rischi chimici segnalati nel 2015 riguardavano prodotti quali bigiotteria che conteneva metalli pesanti nocivi come il nichel e il piombo e giocattoli contenenti ftalati (plastificanti che possono causare problemi di fertilità).
I prodotti pericolosi segnalati dal Sistema di allarme vengono per il 62% dalla Cina, paese al primo posto fra quelli di origine dei prodotti a rischio. In questo senso, la Commissione europea segnala che la collaborazione con le autorità cinesi continua a rappresentare una priorità, tanto che ci si avvale di un “China mechanism”: ogni segnalazione riguardante un prodotto di origine cinese è trasmessa all’amministrazione cinese, in modo da affrontare direttamente la questione con il fabbricante o l’esportatore se tali operatori economici sono rintracciabili. Anche se risalire all’origine del prodotto è spesso difficile.
Spiega Věra Jourová, Commissaria responsabile per la Giustizia, i consumatori e la parità di genere:”Il sistema di allarme rapido ha permesso di coordinare una rapida risposta tra le autorità di protezione dei consumatori per ritirare prontamente i prodotti pericolosi dal mercato europeo. Due sfide ci attendono: le vendite online che consegnano i prodotti direttamente nelle case dei consumatori a mezzo posta e la forte presenza di prodotti cinesi segnalata tramite il sistema di allarme rapido. Mi recherò personalmente in Cina in giugno per rafforzare la nostra cooperazione con le autorità cinesi in materia di sicurezza dei prodotti”. Una delle sfide principali è rappresentata infatti dall’arrivo, direttamente a casa del consumatore attraverso vendite online, di prodotti che vengono da paesi terzi e che possono non rispondere ai criteri di sicurezza: un fenomeno da guardare con attenzione, se si pensa che oltre il 65% dei cittadini europei acquista prodotti online e il numero dei compratori online è aumentato del 27% tra il 2006 e il 2015. “È stata già instaurata un’efficace cooperazione con servizi di controllo transfrontaliero e piattaforme per le vendite online – fanno sapere da Bruxelles – Presteremo una maggiore attenzione alle vendite online nel quadro della politica internazionale della Commissione in materia di sicurezza dei prodotti”.