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Alla riunione dei ministri dell’Eurogruppo a Lussemburgo viene inaugurato ufficialmente il fondo salva Stati EMS. Divisi i ministri sull’introduzione della Tobin tax in Europa di cui si parlerà oggi all’Ecofin. Previsto lo scontro tra Gran Bretagna da una parte e Germania e Francia dall’altra. Incognita sulla posizione dell’Italia. Nessuna decisione sugli aiuti alla Grecia. Resta l’incognita della Spagna in merito alla richiesta di aiuti all’Ue. Nessuna posizione comune su un bilancio staccato dell’Eurozona.
Debutta il fondo salva stati EMS (European Stability Mechanism). Il presidente dell’Eurogruppo, Jean Claude Juncker lo ha definito “la pietra miliare del firewall europeo e parte integrante della strategia globale per assicurare stabilita’ finanziaria alla zona euro”. L’EMS prende ufficialmente il posto del fondo anti-crisi temporaneo Efsf con una potenza di fuoco di 500 miliardi (più i rimanenti del Efsf) che verranno messi a disposizione proporzionalmente dai Paesi dell’Eurozona (il maggior contribuente è la Germania). Tre le funzioni principali del fondo rientrano: salvare i Paesi in difficoltà, ricapitalizzare direttamente le banche e acquistare bond nazionali in chiave anti spread. La sua attività sarà strettamente legata a quella della Bce in quanto autorità monetaria e supervisore bancario europeo. La ricapitalizzazione diretta delle banche potrà essere effettuata solo una volta completato l’iter dell’unione bancaria, con la sorveglianza unificata sotto l’egida della Bce e l’adozione dei parametri di rigore stabiliti dalla Commissione europea.
Grilli: L’Italia non avrà bisogno del fondo EMS. Il Ministro dell’Economia Vittorio Grilli ha detto che “il governo ritiene che l’Italia abbia fatto ottimi progressi” e ritiene che “una richiesta di aiuti non è necessaria”. Grilli si è poi detto “piuttosto fiducioso” che i tassi dei titoli di Stato italiani calino e ha confermato che “il governo farà tutto il possibile per non aumentare l’Iva”.
Oggi discussione fondamentale sulla Tobin Tax. Il fronte franco-tedesco spinge per introdurla tramite la procedura europea della cooperazione rafforzata (la stessa che è stata usata per il brevetto europeo) e che permette ad almeno nove Paesi di andare avanti anche quando tutti gli altri sono contrari. Il fronte del No è guidato dalla Gran Bretagna, capitale della finanza europea, che oggi darà presumibilmente battaglia all’Ecofin (riunione dei ministri dell’economia di tutti i 27 Paesi Ue). Interlocutoria la posizione dell’Italia. “L’Italia scioglierà la sua riserva solo all’Ecofin di domani’”, ha detto Grilli, ritenendo “necessario un ultimo confronto con il presidente del Consiglio Monti” perché si tratta di “una decisione assolutamente politica di indirizzo del Paese, non soltanto una decisione a livello di ministri dell’Economia”. La Spagna ha assunto la stessa posizione dubitativa dell’Italia.
Nessuna decisione sulla Grecia. Possibile più tempo ma non più soldi. Come aveva anticipato il presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker, che aveva predetto all’ingresso della riunione la mancanza di “decisioni importanti”, l’eurogruppo si è astenuto dal pronunciarsi sui 31,5 miliardi di euro di cui necessita Atene. I ministri hanno infatti confermato che nessuna decisione potrà essere presa prima del rapporto della Troika (Ue-Fmi e Bce) che sarà probabilmente pronto per l’Eurogruppo del 12 novembre. Il ministro delle Finanze lussemburghese Luc Frieden ha sottolineato che “la Grecia sta facendo molti sforzi” e che “bisogna darle più tempo”. Molto difficile, invece, la concessione di altri aiuti.
Un bilancio unico separato per l’Eurozona? La proposta fatta due giorni fa dal Premier birannico David Cameron si è infiltrata nella riunione dell’Eurogruppo. Mentre Jean Claude Juncker non si oppone “in principio a un bilancio dell’Eurozona” separato da quello Ue, secondo Grilli si tratterebbe di una mossa “prematura”. “Nel budget europeo c’è ben di più che l’Unione monetaria, il budget europeo riguarda settori e programmi che in realtà coinvolge tutti e 27 i Paesi”.
 
@AlessioPisano


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