È il consumo di carne di maiale e di fegato crudi o poco cotti la principale causa da infezione da epatite E nell’Unione europea. Una patologia in aumento che negli ultimi dieci anni ha fatto segnalare oltre 21 mila casi di infezione nell’area europea. La principale fonti di trasmissione è il cibo, ha segnalato l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa). Sostiene Rosina Girones, presidente del gruppo di lavoro dell’EFSA sull’epatite E: “Anche se non è diffusa quanto altre malattie trasmesse da alimenti, l’epatite E è motivo di crescente preoccupazione nell’UE”.“In passato si riteneva che la principale fonte di infezione fosse l’acqua contaminata bevuta durante viaggi fuori dall’UE. Ora invece sappiamo che la principale fonte di trasmissione della malattia in Europa è il cibo”.

I principali portatori del virus dell’epatite E nell’UE sono i maiali domestici. Anche i cinghiali possono esser portatori del virus, ma il consumo della loro carne è meno diffuso. L’Efsa raccomanda dunque di sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi per la salute pubblica associati al consumo di carne di maiale cruda o poco cotta e consigliano di cuocere a fondo queste carni. Raccomandano inoltre di sviluppare metodi appropriati per rilevare il virus dell’epatite E negli alimenti.

Sull’epatite E si è concentrato anche un recente rapporto del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie. Il documento evidenzia che l’incidenza del virus dell’epatite E nell’area europea è in costante aumento con 21.081 casi riportati negli ultimi dieci anni (dal 2005 al 2015); nello stesso periodo sono stati riportati 28 morti associati all’epatite E da cinque paesi. La maggior parte di chi contrate l’epatite E è asintomatica oppure presenta sintomi lievi ma in alcuni casi, soprattutto in coloro che presentano già danno epatico o nei pazienti immuno-depressi, può portare a insufficienza epatica, che può risultare fatale.


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