L’efficienza energetica è il nodo fondamentale, da cui dipende il futuro di tutti i paesi. E chi non riesce a modernizzare il suo sistema energetico, con un piano di interventi e investimenti mirati e coordinati, rimarrà clamorosamente indietro. L’Italia non può permettersi di fare un errore del genere ed è per questo che alcune Associazioni dei consumatori sono intervenute nell’ambito del nuovo decreto legge sull’efficienza energetica che il Governo sta elaborando. Sono intervenute attraverso analisi e proposte presentate in diverse occasioni.
Hanno chiesto, ad esempio, di stralciare l’articolo 11 dello schema del decreto che interviene a modificare radicalmente la struttura della bolletta elettrica, eliminando la “progressività”, all’insaputa di 30 milioni di utenze domestiche e premiando chi consuma di più.
Sono intervenute anche per contrastare le norme che prevedono una riduzione della frequenza di fatturazione ai clienti finali (da 2 a 6 mesi).
Hanno poi proposto alcune modifiche agli articolo 8, 9, 11, 13 e 15.
Rispetto all’articolo 8 chiedono l’eliminazione della diagnosi energetica degli edifici e inserimento dell’autocertifricazione.
Nell’articolo 9 si parla di come aumentare la consapevolezza dei clienti finali nei confronti dei propri consumi energetici: le Associazioni dei Consumatori, insieme ad alcune Società di Vendita, hanno chiesto all’Autorità per l’energia una serie di interventi urgenti per migliorare lo scambio dei dati di misura tra distributori e venditori. Si chiede che nel provvedimento in discussione sia inserita una norma che, in attesa del pieno funzionamento del Servizio Informativo Integrato (SII), impegni l’Autorità per l’energia ad intervenire con urgenza per garantire il rispetto della periodicità della lettura dei contatori, il rispetto dei tempi di trasmissione dei dati di misura da parte delle Società di Distribuzione, nonché definire rapide procedure per la risoluzione del contenzioso fra clienti domestici e Società di Vendita.
Rispetto alle carenze informative nel campo energetico, che non consentono ai consumatori di usare l’energia in modo razionale ed efficiente, non avendo una conoscenza puntuale e dettagliata dei consumi e della struttura dei costi, le Associazioni cono contrarie nell’affidare a un organismo ad oggi commissariato quale l’ENEA o al GSE attualmente già in grave difficoltà in merito alle proprie competenza il piano di Informazione e formazione sull’efficienza. Il tema del comportamento del consumatore che può essere ben sviluppato in questo Paese per promuovere programmi di efficienza e risparmio energetico , deve essere integrato e visto in un’ottica di sistema coni programmi scolastici e universitari al fine di rendere edotti i consumatori del futuro ad un comportamento più efficiente e a garantire mediante il Peer To Peer che essi stessi influenzino le loro famiglie.
Infine, si chiede la costituzione del Fondo nazionale per l’efficienza energetica, strumento utile per sostenere e facilitare il finanziamento degli interventi di efficienza energetica.
Si chiede che l’operatività del Fondo non sia limitata agli interventi realizzati dalla Pubblica Amministrazione, ma venga estesa anche alla riqualificazione energetica degli edifici condominiali. Infatti, come è noto, gli edifici condominiali costruiti nel dopoguerra e fino a tutti gli anni 90, sono dei veri e propri colabrodo energetici e necessitano di interventi significativi di efficientamento energetico, non soltanto sugli impianti, quanto e soprattutto di isolamento e coibentazione dell’involucro.
Poiché si tratta di interventi impegnativi e costosi, le detrazioni fiscali vigenti spesso non consentono la realizzazione degli interventi necessari, per la difficoltà ad ottenere i finanziamenti occorrenti e di conseguenza impedisce al condominio di raggiungere le maggioranze necessarie per dare l’avvio ai lavori. L’intervento del Fondo a garanzia dei finanziamenti erogati dal sistema bancario, consentirebbe di realizzare, anche con l’intervento delle ESCO, gli interventi di efficienza energetica.


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