
Enac, trasporto aereo a rischio per mancanza di programmazione
Nel 2011 in Italia hanno viaggiato in aereo quasi 148 milioni di passeggeri (9 milioni in più rispetto al 2010), con un aumento del 6,5%; se si considerano solo i voli di linea la crescita è dell’8%. Il 75% del traffico internazionale in partenza dall’Italia ha avuto una destinazione europea. I reclami sono stati 3822, quasi 1300 in più del 2010, ma in calo rispetto agli anni 2006-2009 (il picco nel 2007 con oltre 8000 reclami). Ritardi e cancellazioni hanno riguardato il 90% delle lamentele; il resto ha riguardato l’overbooking (7%), qualità dei servizi aeroportuali, perdita o danni al bagaglio e pacchetti tutto compreso. Sono alcuni dei dati del Rapporto 2011 dell’Enac, presentato oggi a Roma presso la Biblioteca del Senato.
Un aspetto importante per il trasporto aereo italiano è l’indice di sicurezza che posiziona il nostro Paese tra i primi al mondo: con un indice di 0,0 incidenti l’Italia è al di sopra della media europea che è di 0,2. Nel 2011 si è registrato un solo incidente, che ha riguardato un elicottero ed ha provocato una vittima.
“Si tratta di un indice difficile da ottenere, considerando i due miliardi di passeggeri che hanno viaggiato nel mondo e considerando la fase acuta di crisi economica che stiamo vivendo – ha precisato il Presidente dell’Enac Vito Riggio nel suo intervento – Recessione e arretramento hanno avuto conseguenze soprattutto sulla parte più ricca della clientela, quella business. Gli aerei sono pieni, ma la gente vuole pagare di meno. Questo è anche un risultato positivo della concorrenza che nel settore del trasporto aereo è tra le più alte”.
Certo non si può dire che non ci sia concorrenza, ma si tratta di una concorrenza che ha puntato più ad abbassare i prezzi che a migliorare i servizi al passeggero. E questo è un rischio per tutto il settore perché avvantaggia di più le compagnie low cost, a scapito della qualità del sistema infrastrutturale e delle compagnie tradizionali italiane, che “non ce la fanno a raggiungere utili con questo livello dei prezzi”, e avrebbero difficoltà a reggere ulteriori aumenti dei costi come quelli per la navigazione aerea che solo per Alitalia graverebbero per 50 milioni”. “Le prime 4 compagnie aeree italiane sono tutte in grande difficoltà economica e se fossero messe in vendita – ha spiegato Riggio – verrebbero comprate a prezzi di sconto. Questa situazione si riflette in negativo sugli aeroporti: ce ne sono in numero eccessivo, e l’aeroporto di Forlì ne è un esempio pratico, ma la loro gestione è difficoltosa”.
Il Presidente dell’Enac è tornato più volte su questo punto, sottolineando la necessità di ridurre il numero degli aeroporti migliorandone la gestione, eliminando le inefficienze registrate e assicurando agli operatori una certezza dei tempi di approvazione e di entrata in vigore dei nuovi livelli tariffari. “Il ritardo con cui l’Italia ha applicato il rinnovo delle tariffe aeroportuali è stato un errore grave. Far passare due anni di tempo per approvare un contratto che incideva soltanto di un centesimo sull’economia mi sembra una cosa da Paese pre-sovietico” ha incalzato Riggio sottolineando il fatto che chi atterra in Italia paga il 20% in meno di chi atterra in Francia e Germania, con il risultato che “noi finanziamo le infrastrutture degli altri Paesi”.
Il potenziamento dell’infrastruttura è alla base di tutto il settore: o si accelerano i tempi e si pensa all’integrazione con tutto il sistema dei trasporti italiano (dal treno al servizio metropolitano) o “il sistema dell’aviazione commerciale italiana rischia di scomparire”. Anche perché nel primo quadrimestre del 2012 si sono manifestati nuovi segni di cedimento. L’Enac ha esortato quindi il Governo ad approvare i contratti di programma e ad adottare il Piano Nazionale degli Aeroporti. L’Enac ha elaborato una proposta in merito con le scelte strategiche per dotare il Paese di uno strumento programmatico in grado di orientare gli investimenti delle società di gestione aeroportuale e creare le condizioni per una maggiore intermodalità in linea con gli standard europei. Si il Governo non approvasse interventi del genere a risentirne sarà tutto il Paese.
Ad accogliere questo “invito” è stato il Ministro dello Sviluppo Economico e dei Trasporti Corrado Passera che ha “espresso grande apprezzamento per il lavoro dell’Enac”, a cominciare “dai risultati raggiunti nel campo della sicurezza che non sono casuali, ma frutto di un impegno importante, soprattutto in un momento in cui il mondo dell’aviazione è sotto una grande pressione sia per la concorrenza sia per l’andamento dei consumi e del costo del carburante”. “Il nostro Paese nel campo degli aeroporti con infrastrutture si è distinto per mancanza di programmazione – ha detto Passera sottolineando il fatto che in Italia ci sono tanti piccoli aeroporti, ma soltanto uno di portata internazionale. “Questa visione localistica delle infrastrutture di trasporto va corretta ed entro l’estate – ha annunciato il Ministro – l’Italia avrà un piano di riferimento infrastrutturale”.
Il piano sarà caratterizzato “da una visione integrata” per i collegamenti infrastrutturali anche con strade e ferrovie, e si guarderà al contesto europeo, anche perché “il nostro è il Paese interessato dal maggior numero di corridoi europei”. Rispetto ai contratti di programma con le società di gestione aeroportuali, nodo aperto per gli aeroporti di Roma e di Venezia, “l’impegno è portarli in porto entro il termine di fine anno“. Dopo l’accordo a Milano, ha spiegato, “ce ne sono altri due che hanno delle difficoltà che abbiamo rappresentato alle controparti ma ci sono tutte le condizioni per pensare che vengano sottoscritti nei tempi previsti, per fine anno, con soddisfazione per gli operatori e nel rispetto dei criteri che ci siamo dati”.
Commento positivo da parte di Confconsumatori: “finalmente il sistema aeroportuale italiano viene concepito non come una monade ma come una infrastruttura fra le infrastrutture”. “Abbiamo sempre sostenuto in questi anni – dichiara l’avvocato Carmalo Calì, Responsabile nazionale Trasporti per Confconsumatori e rappresentante Cncu nel comitato tutela diritti del passeggero presso Enac – che il sistema aeroportuale italiano non aveva bisogno della proliferazione di piccoli aeroporti e ai passeggeri non doveva essere garantito un aeroporto “sotto casa”, ma di raggiungere e lasciare l’area aeroportuale nel più breve tempo possibile e con costi contenuti. Apprendiamo con soddisfazione quindi che il futuro sarà contraddistinto dal raggiungimento di questo obiettivo: la realizzazione e il potenziamento di infrastrutture stradali e ferroviarie, innanzitutto, affinché i collegamenti con e da gli aeroporti abbiano tempi brevi e costi limitati. Come noto, oggi, in alcuni casi, raggiungere l’aeroporto costa più del biglietto aereo”.
L’Associazione dei consumatori sottolinea, però, con preoccupazione il dato relativo agli ispettori di volo che, secondo quanto dichiarato dal Direttore Generale dell’Enac Alessio Quaranta sono ormai ridotti a quattro. “È una questione a cui porre mano immediatamente e senza indugio – aggiunge Calì – Inutile aggiungere che i livelli di sicurezza e di qualità raggiunti in questi anni possono essere mantenuti, nell’interesse di tutti e non solo dei passeggeri, solo grazie alla possibilità di avere un numero adeguato di ispettori di volo. Non chiamate “l’Ispettore Gadget”: non servono pochi ispettori bionici, dateci subito più ispettori di volo”.
di Antonella Giordano
