Emergenza neve, Coldiretti: stato di calamità e vigilanza sulle speculazioni
Agricoltura in ginocchio in metà della Penisola. L’ondata di gelo che sta attraversando le regioni del Centro e Sud Italia non continua a non dare tregua: decine di migliaia di ettari di verdure pronte per la raccolta bruciate dal gelo, serre danneggiate o distrutte sotto il peso della neve, animali morti, dispersi e senz’acqua perché sono gelate le condutture, ma anche aziende e stalle isolate che non riescono a consegnare il latte quotidiano e le verdure. Giudizio positivo da parte di Coldiretti, quindi, per l’avvio delle procedure per la dichiarazione dello stato di calamità appena arriverà richiesta dalle Regioni interessate dove si registrano danni incalcolabili per la persistenza di condizioni meteo estreme che continueranno anche nei prossimi giorni. L’annuncio è stato dato a proposito dal Ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina che ha dichiarato: “Siamo vicini agli agricoltori e agli allevatori delle zone colpite dal maltempo di questi giorni. Come Ministero siamo pronti a dichiarare lo stato di calamità appena arriverà richiesta dalle Regioni interessate. È necessario portare avanti rapidamente la stima dei danni e metteremo in campo tutti gli strumenti necessari per sostenere le aziende”.
L’associazione sottolinea come nel Centro Agroalimentare Roma (tra i più grandi d’Italia) si riscontrano “una disponibilità dei volumi ridotta del 40% rispetto ai quantitativi consueti e rincari nei prezzi all’ingrosso di certe referenze schizzati a picchi massimi del 50/60% in più, rispetto ai listini di inizio anno”. I rincari degli ortaggi coltivati all’aperto sono effettivamente da record. Se si confronta il listino prezzi di 26 prodotti con quello della prima settimana di gennaio 2016, si possono osservare alcuni casi eclatanti: +350% per le bietole, +233% i cipollotti, +225% gli spinaci, +170% la lattuga, +157% le zucche e + 150% i cavoli.
Valutazione record e totale indisponibilità delle produzioni attese da Puglia, Abruzzo, Molise, oltre alla penuria di molte produzioni stagionali, spiegano dal Car dove aggiungono: “Nel più grande e dinamico agromercato all’ingrosso del Paese, qualcosa come un milione di tonnellate di ortofrutta commercializzate all’anno, le attività commerciali e quelle distributive hanno risentito notevolmente dell’ondata di gelo che ha colpito con una violenza particolare le zone laziali a spiccata vocazione agricola”.
Dalla Puglia alla Basilicata, dalle Marche al Lazio, dall’Abruzzo al Molise, dalla Sicilia alla Calabria sono migliaia le aziende agricole che hanno perso le produzioni di ortaggi invernali prossimi alla raccolta, dai carciofi alle rape, dai cavolfiori alle cicorie, dai finocchi alle scarole, per effetto del gelo che ha bruciato le piantine. Gravi i danni anche per gli agrumeti così come per i vigneti di uva da tavola. Senza contare le tonnellate di latte sono state gettate per l’impossibilità di consegnarlo.