Editoria: la ripresa non decolla. Servono nuove strategie
Nessun segnale di ripresa dalla filiera della carta, editoria, stampa e trasformazione. I dati del 2015 sono stati presentati questa mattina nel corso dell’incontro “Più lettura, più comunicazione”. ed evidenziano un settore ancora in sofferenza che sconta, forse più di altri, la contrazione dei consumi da parte delle famiglie italiane negli anni più bui della crisi. Il rapporto tra fruizione di prodotti culturali sul totale consumi generali degli italiani non raggiunge neppure l’1% (0,94%). Dal punto di vista degli introiti, i miglioramenti sul fatturato complessivo sono da considerare del tutto marginali (+0,2%) e sono accompagnati da una sostanziale stagnazione delle vendite interne che segnano un quasi irrelevante+0,1%. Le esportazioni restano l’elemento trainante della filiera, evidenziando una modesta apertura verso la componente internazionale del mercato. In calo anche l’occupazione diretta: il settore ha impiegato quest’anno 197mila addetti, l’1,2% in meno rispetto al 2014. A conti fatti, dal 2007 ad oggi, il calo della domanda interna ha portato a perdite per 12 miliardi di euro, mentre il fatturato complessivo è sceso di 10,8 miliardi.
Cosa propongono dunque le Associazioni della Filiera della carta per dare una spinta alla ripresa tanto attesa? Visto che il problema principale sta nel rilanciare il consumo culturale da parte delle famiglie, potrebbe essere utile, dicono dalle associazioni, applicare sgravi fiscali per la lettura e per gli investimenti pubblicitari sulla stampa.
Il direttore dell’AIE, Alfieri Lorenzon ha dichiarato che “I timidi segnali di miglioramento del mercato libraio e degli indici di lettura devono essere sostenuti con una misura strutturale: la detrazione pari al 19% dell’importo speso nel corso dell’anno per le spese di acquisto di libri, come di quotidiani e periodici”. Accanto a questo, precisa Fabrizio Carotti, direttore generale della FIEG, bisogna valorizzare il ruolo di promozione svolto dalle imprese: “La detassazione degli investimenti pubblicitari incrementali su quotidiani e periodici è contenuta come criterio di delega del DDL sull’editoria che inizia in questi giorni il suo percorso parlamentare al Senato, dopo l’approvazione da parte della Camera. Sarebbe auspicabile trasformare il criterio di delega in puntuale disposizione di legge per rendere immediatamente operativa la misura e cogliere e potenziare l’avvio della ripresa economica”. Questa misura, una volta applicata, riuscirebbe ad ottenere un duplice effetto: rilanciare gli investimenti pubblicitari, con la loro funzione prociclica di spinta ai consumi e, nello stesso tempo, garantire risorse a quotidiani e periodici, veicolo di cultura e libertà.