Ecosistema Urbano, Legambiente: nelle città immobilismo verso la sostenibilità

Ecosistema Urbano, Legambiente: nelle città immobilismo verso la sostenibilità

Più auto in circolazione e un crollo quasi uniforme nell’utilizzo del trasporto pubblico. Livelli di smog e di perdite lungo la rete idrica che rimangono preoccupanti. Poche le note positive: tra tutte, l’aumento della raccolta differenziata e dei chilometri di piste e infrastrutturazioni ciclabili. È quanto emerge dal rapporto Ecosistema Urbano 2021, realizzato da Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 ORE.

Secondo lo studio, nel 2020 i capoluoghi italiani non migliorano le loro performance ambientali: se è vero, infatti, che il Covid-19 colpisce anzitutto le città, modificandone contorni, regole e indirizzi – spiega Legambiente – le emergenze urbane evidenziate negli anni precedenti rimangono le medesime e riflettono un sostanziale immobilismo nelle politiche improntate alla sostenibilità, con qualche importante eccezione e best practice.

Ecosistema Urbano, crolla il trasporto pubblico

Complice la pandemia, crolla un po’ ovunque l’utilizzo del trasporto pubblico che – rileva il Rapporto – registra un calo del 48%: eccezione tra le grandi città turistiche è Milano, che rimane stabile al primo posto con 467 viaggi per abitante, seguita da Venezia, Roma, Genova. Tra i Comuni di medie dimensioni, Trieste, Cagliari, Parma, Brescia, Udine e Trento superano i 100 viaggi. Ben 17 le città di medie dimensioni che non raggiungono la soglia dei 10 viaggi.

Diminuisce anche l’offerta del trasporto pubblico, calcolata in km percorsi annualmente dalle vetture per abitante residente, registrando un – 8%, con una media di 25 vetture-km/abitante. Il tasso di motorizzazione dei capoluoghi italiani, di contro, continua inesorabilmente a salire: 65,7 auto ogni 100 abitanti, contro le 64,6 del 2019.

Rete idrica e qualità dell’aria

Nota dolente le perdite della rete idrica, che restano stabili: il 36,1% dell’acqua potabile non arriva ai rubinetti. In 19 città si disperde la metà o più dell’acqua immessa nelle condutture. Solo cinque capoluoghi contengono le perdite entro il 15%: Macerata, Mantova, Milano, Pordenone, Trento. In tutti cresce, in parallelo, il valore medio dei consumi idrici domestici: 153,2 litri al giorno pro capite, un +3% rispetto al 2019.

Per quanto riguarda, invece, le concentrazioni di polveri sottili (PM10) in atmosfera, anche nel 2020 la media annua dei 40 µg/mc, valore limite per la protezione della salute umana fissato dalla direttiva comunitaria, viene rispettata in tutte le città; la situazione peggiora se si guarda invece alla media giornaliera da non superare secondo i limiti di legge (50 µg/mc), con 35 capoluoghi che superano i 35 giorni consentiti e 13 centri urbani dove si conta più del doppio dei giorni di sforamento.

Si riduce, invece, il valore medio delle concentrazioni di biossido di azoto (NO2), mentre il valore medio delle centraline che rilevano le concentrazioni di ozono (O3) supera la soglia di protezione della salute umana in circa un terzo dei Comuni considerati (39 su 105).

Energie rinnovabili

Sul fronte delle energie rinnovabili, Padova, Oristano, Pesaro e Verona sono i Comuni dove si registra la maggiore diffusione di solare termico e fotovoltaico installato nelle strutture pubbliche, con valori compresi tra i 26 e i 31 kW per 1000 abitanti. Ben 23 i capoluoghi dove ancora non si raggiunge 1 kW/1000 abitanti, otto le città ferme a zero.

In oltre la metà dei capoluoghi considerati peggiora l’indice dell’uso efficiente di suolo, a fronte di un calo più o meno marcato del numero di abitanti.

 

Ecosistema Urbano

 

Ecosistema Urbano, dati positivi sulla gestione dei rifiuti

In positivo, invece, nel settore rifiuti si conferma la crescita a livello nazionale della raccolta differenziata (il 59,3% sul totale dei rifiuti urbani, un punto percentuale in più rispetto al 2019); al contempo cala la produzione di rifiuti, con una media che si ferma a 514 kg pro-capite (erano 530 nel 2019).

Ecosistema Urbano fotografa un Paese in buona misura fermo, che torna addirittura indietro su alcuni indicatori ambientali: già nello scenario pre-pandemico, il rapporto descriveva capoluoghi che faticavano a decollare nelle politiche di sostenibilità […]. Il periodo pandemico, al netto di alcuni miglioramenti, ha complicato le cose – dichiara il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani – Ora, però, nell’ambito del PNRR si apre una possibilità per invertire la rotta: sono i bandi pubblicati dai ministeri per l’assegnazione di risorse da destinare alla differenziata e alla costruzione di impianti di riciclo, alla nuova mobilità, alla forestazione urbana, al ciclo integrato delle acque”.

La classifica delle città: Trento la città più virtuosa

Ecosistema Urbano prende in considerazione 105 capoluoghi e tiene conto di 18 indicatori riguardanti sei componenti (aria, acque, rifiuti, mobilità, ambiente urbano ed energia) per stilare una classifica delle performance ambientali delle città: a fronte di un punteggio massimo teorico di 100, la media percentuale totalizzata dai centri urbani nel 2020 rimane ferma al 53,05%, identica a quella della scorsa edizione.

Soltanto Trento supera l’80% (84,71%), confermandosi in testa alla classifica generale con un miglioramento delle performance nell’uso di suolo e nelle concentrazioni di NO2 e PM10, un aumento della raccolta differenziata e delle infrastrutture ciclabili; al secondo posto troviamo Reggio Emilia (77,89%) che aumenta lo spazio dedicato ai pedoni e alla ciclabilità (prima in assoluto per piste ciclabili equivalenti) e il numero di alberi piantumati; il gradino più basso del podio è occupato da Mantova (75,14%) che migliora le performance sulla qualità dell’aria, diminuisce le perdite della rete idrica e aumenta la differenziata.

Chiudono la top five Cosenza (quarta con il 74,21%), che diminuisce le perdite della rete idrica e i consumi domestici d’acqua, registra il maggior incremento d’infrastrutture ciclabili e migliora in produzione di rifiuti e uso del suolo, e Pordenone (quinta con il 73,30%), che migliora nelle perdite della rete idrica (seconda città più virtuosa nel contenerle), diminuisce la produzione di rifiuti e cresce nella raccolta differenziata.

Fanalini di coda Brindisi (30,03%), Catania (29,38%) e Palermo (26,60%), rispettivamente al 103°, 104° e 105° posto della classifica: saltano agli occhi, in particolare, lo zero assoluto guadagnato da Brindisi nell’uso efficiente di suolo e l’ultimo posto nella raccolta differenziata occupato da Catania, che tuttavia è anche la città più virtuosa per consumi idrici.

Ultima Palermo, che aumenta la produzione di rifiuti pro capite e il numero di auto circolanti, ma in positivo registra un incremento dei passeggeri del servizio di tpl, in controtendenza rispetto alla media delle altre città.

Le buone pratiche nel report Ecosistema Urbano

Ecosistema Urbano dedica, inoltre, spazio a quelle realtà che presentano buoni esempi di sostenibilità: diciotto le buone pratiche premiate e inserite nell’edizione 2021 del rapporto.

È il caso, ad esempio, della rivoluzione partita dalla periferia est di Napoli, quartiere di San Giovanni a Teduccio, dov’è stata avviata la prima comunità energetica rinnovabile e solidale del Paese; del Distretto dell’Economia Civile della provincia di Lucca, nato in piena pandemia; dei tre milioni di nuovi alberi che entro il 2030 saranno piantumati nell’ambito del progetto “ForestaMI” o del primo parcheggio per biciclette, aperto alla stazione Cordusio, linea 1 rossa della metropolitana, a Milano.

E ancora, il caso di Cagliari, dove un progetto ha consentito il recupero delle acque reflue in uscita dai depuratori, un tempo lasciate defluire a mare e oggi impiegate per annaffiare i giardini pubblici. O del progetto della Superciclabile che collegherà Firenze con Prato: 15 chilometri che daranno una svolta all’intero sistema di mobilità in un quadrante molto congestionato dal traffico e tagliato in due dall’Autostrada del Sole.


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