Novità sugli ecobonus: il Senato approva l’estensione della detrazione fiscale del 50% anche ai “grandi elettrodomestici”, come frigo e lavatrice, con un consumo energetico di classe A+ (A per i forni). L’agevolazione, solo per chi effettua anche lavori di ristrutturazione, vale per 10.000 euro di spesa (5.000 di sconto da spalmare in 10 anni) che si aggiungono ai 96.000 euro del tetto già previsto per gli incentivi. Annunciata anche l’estensione dell’incentivo al 65% per caldaie e impianti a pompe di calore. L’annuncio arriva da Simona Vicari sottosegretario allo Sviluppo.
Il Senato ha anche accolto all’unanimità un ordine del giorno che impegna il Governo a valutare la possibilità di evitare l’aumento dell’Iva dal 4 al 21% per i supporti integrativi dei libri scolastici. Accolto l’emendamento che limita al 10% l’aumento dell’Iva previsto sui prodotti dei distributori automatici di cibi e bevande (in origine previsto al 21%).
Sulle novità degli ecobonus si esprime il Codacons, secondo cui si tratta di “una ribollita, un provvedimento già attuato durante questa crisi dal Governo Berlusconi ma fallito miseramente”. “Nonostante le buone intenzioni e l’obiettivo, certamente condivisibile, di rilanciare il settore ed i consumi, le famiglie, avendo tagliato persino le spese alimentari, non hanno certo la disponibilità per cambiare gli elettrodomestici – scrive l’Associazione dei consumatori – Mentre i ricchi che si possono permettere anche in questo periodo di crisi di ristrutturare la casa, degli incentivi possono farne anche a meno”.
Per il Codacons, quindi, la politica degli incentivi è destinata al fallimento se non sarà prima ridata capacità di spesa alle famiglie italiane, facendo recuperare a stipendi e pensioni la perdita del potere d’acquisto subita in questi ultimi 10 anni, bloccando fino al 2015 tutti gli aumenti previsti, dall’Iva alla Tares, spostando la tassazione dal ceto medio a quello ricco, da chi fatica ad arrivare a fine mese a chi ha rendite finanziarie, attualmente tassate con un’aliquota tra le più basse d’Europa,  da chi ha una sola casa a chi ne ha 3. “Governo e Parlamento si dovrebbero preoccupare di aiutare chi non ce la fa ad arrivare a fine mese, altrimenti l’uscita dal tunnel la vedremo con il binocolo”.


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