Ecobonus è legge, Codacons: occasione perduta su amianto
Il decreto Ecobonus è diventato legge, dopo il via libera definitivo arrivato ieri dal Senato, con 249 sì e due contrari. L’Aula ha approvato il provvedimento con le modifiche introdotte dalla Camera, tra cui l’ampliamento della detrazione del 65% alle spese per il consolidamento antisismico su prime case e capannoni nelle zone sismiche ad alta pericolosità.Per il Codacons, nonostante qualche elemento positivo come quest’ultimo, per il resto si tratta di una “ribollita” che difficilmente darà nuova linfa al settore dell’edilizia.
Ecco i principali contenuti del decreto: detrazioni del 65%, ripartite in 10 anni, per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2013 per la riqualificazione energetica di edifici; per gli interventi sulle parti comuni dei condomini le detrazioni sono per le spese sostenute fino al 30 giugno 2014.
Detraibili anche le spese di sostituzione di impianti di riscaldamento con pompe di calore ad alta efficienza ed impianti geotermici a bassa entalpia e di scaldacqua tradizionali con scaldacqua a pompa di calore.
Detrazione del 65% delle spese per il consolidamento antisismico su prime case e capannoni nelle zone sismiche ad alta pericolosità (zone 1 e 2); vale fino al 31 dicembre 2013.
Prorogata al 31 dicembre 2013 la scadenza dell’innalzamento delle detrazione Irpef dal 36 al 50% delle spese per le ristrutturazioni, entro un limite di 96.000 euro.
Detrazione del 50% delle spese per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A+ (per i forni classe A), per le case oggetto di ristrutturazione, per un importo massimo di 10.000 euro.
Dal 2014 tutti gli incentivi del settore saranno stabilizzati (stop alle semplici proroghe): “le misure e gli incentivi selettivi di carattere strutturale” riguarderanno l’efficienza energetica e idrica, il sismico, la messa in sicurezza degli edifici, la depurazione delle acque contaminate da arsenico, la sostituzione delle coperture di amianto negli edifici. La quantità delle detrazioni sarà decisa nelle Legge di Stabilità, a ottobre.
Per il Codacons, nonostante alcuni elementi indubbiamente positivi come l’innalzamento delle detrazioni per l’efficienza energetica al 65% e la loro estensione anche all’adeguamento antisismico, per il resto si tratta di una ribollita che difficilmente potrà dare nuova linfa al settore dell’edilizia o, addirittura, rilanciare la produzione. “Basti pensare alla detrazione del 50% delle spese per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici, che però, oltre a dover essere ripartita in 10 anni, è riservata solo a quell’esigua minoranza di persone che stanno già ristrutturando casa – scrive l’Associazione – Un provvedimento già attuato durante questa crisi dal Governo Berlusconi ma fallito miseramente proprio per la ristrettezza della platea interessata.
Altro esempio: l’amianto. Un’occasione perduta. Ci si è limitati, infatti, ad inserire la sostituzione delle coperture di amianto negli edifici tra le misure e gli incentivi che saranno stabilizzati. Quello che serviva veramente, però, era considerare la sostituzione di una copertura di amianto una operazione sanitaria e non di edilizia, eliminando conseguentemente l’Iva. “E’ paradossale che lo Stato, dopo avere per decenni consentito la produzione ed il commercio di un prodotto che poi si é appurato essere causa della malattia e della morte di migliaia di persone imponga a quanti vogliano rimuoverlo dalla loro casa anche il balzello del 10% di Iva” denuncia il Codacons.
Infatti, chi vuole rimuovere, smaltire e sostituire coperture in amianto cemento non solo deve sostenere costi proibitivi a causa della mancanza di discariche autorizzate e di prezzi calmierati, ma anche pagare allo Stato l’imposta Iva del 10% su tutti questi costi. Le società pagano il 21% di Iva ma per loro é un costo e, quindi, detraibile. Per il privato invece é solo un onere aggiunto e penalizzante.
Secondo il Codacons l’unica agevolazione consentita al privato dalla legge sull’ecobonus é la detrazione dall’Irpef ma in 10 anni e per poterne beneficiare il privato deve avere “capienza di imposta” (ovvero previsione di altre tasse da pagare). Senza considerare i costi accessori per pratiche (comune, ASL, commercialista ) che ne riducono ancora la convenienza. Il risultato è che le persone meno abbienti o si tengono il veleno in casa o affidano “in nero” i lavori a persone che poi ‘smaltiscono’ le lastre di amianto-cemento nei boschi.
“La soluzione c’era, logica ed elementare: considerare la rimozione e lo smaltimento dei prodotti in amianto-cemento non un’opera edilizia ma quello che in realtà é, ovvero una operazione “sanitaria”, di tutela della salute e quindi esente dall’Iva e col beneficio della detrazione del 19% sull’Irpef nello stesso anno di imposta. Inoltre l’ASL dovrebbe effettuare sopralluoghi gratuiti per certificare la presenza di amianto, evitando ai cittadini il costo di analisi di laboratorio (circa 100 €) e della “pratica ASL” (altri 4-500 €).