Con il sì del Senato è legge il nuovo reato di omicidio stradale. Aumenta la sanzione penale – si rischiano fino a 18 anni di carcere – e viene prevista la revoca della patente anche per 30 anni nelle ipotesi più gravi in cui il conducente fugge dopo l’omicidio stradale. Per l’Adoc si tratta di una norma che aiuterà ad innalzare il livello di sicurezza stradale. E ora, dopo il cambiamento normativo,per l’associazione serve una rivoluzione culturale: più educazione stradale.
omicidio-stradaleCome sintetizza l’Ansa, con le nuove misure l’omicidio stradale diventa reato a sé con tre varianti: “In particolare, resta la pena già prevista oggi (da 2 a 7 anni) nell’ipotesi base, quando cioé la morte sia stata causata violando il codice della strada. Ma la sanzione penale sale sensibilmente negli altri casi. Con le nuove regole chi uccide una persona guidando in stato di ebbrezza grave, con un tasso alcolemico oltre 1,5 grammi per litro, o sotto effetto di droghe, rischierà da 8 a 12 anni di carcere. Sarà invece punito con la reclusione da 5 a 10 anni l’omicida il cui tasso alcolemico superi 0,8 g/l oppure abbia causato l’incidente per condotte di particolare pericolosità (eccesso di velocità, guida contromano, infrazioni ai semafori, sorpassi e inversioni a rischio). La pena può però aumentare della metà se a morire è più di una persona: in quel caso il colpevole rischia fino a 18 anni di carcere”. Aumentano le pene per le lesioni se il conducente è ubriaco o drogato: si va da 3 a 5 anni per lesioni gravi e da 4 a 7 per quelle gravissime. Se il conducente fugge dopo l’incidente c’è un aumento di pena, che non potrà essere inferiore a 5 anni per l’omicidio e a 3 anni per le lesioni. Viene inoltre prevista la revoca automatica della patente in caso di condanna o patteggiamento (anche con la condizionale) per omicidio o lesioni stradali: per una nuova patente bisognerà aspettare dai 5 anni (lesioni) ai 15 (omicidio) ma nelle ipotesi più gravi, se si fugge dopo l’omicidio, dovranno passare almeno 30 anni dalla revoca.
La norma viene accolta con favore dall’Adoc. “Finalmente l’omicidio stradale è legge. Una norma che, ci auguriamo, sarà in grado di innalzare il livello di sicurezza delle nostre strade – dichiara Roberto Tascini, presidente dell’Adoc – sicurezza stradale che ancora oggi rappresenta un grave problema, è ancora troppo elevato il numero delle vittime della strada, nel 2014 ci sono stati oltre 250mila feriti e più di 3mila morti. A colpire è in particolare l’incremento della mortalità stradale all’interno dei centri urbani (+5,4%), dove si concentrano il 75,5% degli incidenti e il 44,5% dei morti. Per questo siamo favorevoli all’introduzione del reato di omicidio stradale e, soprattutto, al ritiro automatico delle patente. Riteniamo inoltre che il nuovo Codice della strada debba focalizzarsi maggiormente sulla tutela dei pedoni e dei ciclisti, in particolare nelle zone urbane”.
L’associazione suggerisce una serie di interventi necessarie per le città: limitare la velocità di circolazione a 30 km/h nei centri urbani (“abbasserebbe il tasso di mortalità al 30% dal 70%. Sarebbe una soluzione auspicabile, considerando che circa il 15% di tutte le vittime della strada sono pedoni, che insieme ai ciclisti sono gli utenti più vulnerabili”) e illuminare meglio strade urbane ed extraurbane; migliorare la visibilità e la segnaletica delle strisce pedonali; fare più controlli sui pullman e sanare le strade disconnesse e piene di buche.
Per l’associazione serve poi uno sprint in più: l’educazione di chi guida, perché “è fondamentale infondere negli automobilisti, soprattutto i più giovani e neopatentati, la consapevolezza delle loro azioni, delle regole, dei diritti e doveri, invitandoli a guidare con prudenza e coscienza. Spesso gli incidenti sono causati da distrazione, disattenzione e eccessiva velocità alla guida. Per questo siamo convinti che sia necessario mettere in atto più corsi di educazione stradale”.
Dopo questa legge anche le assicurazioni facciano la loro parte, commenta a sua volta Konsumer Italia. “Ora però ci aspettiamo una presa di responsabilità anche dalle compagnie di assicurazione: basta con le garanzie per le rivalse verso chi guida in stato d’ebbrezza o dopo aver usato stupefacenti – dice l’associazione – Chi si droga, chi si ubriaca, deve rispondere non solo penalmente ma anche con il proprio patrimonio personale alle conseguenze del proprio comportamento. Ci aspettiamo dalle imprese che alle meritorie campagne sulla sicurezza stradale segua anche un comportamento commerciale conseguente e rispettoso di una legge dello Stato”.

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