Disuguaglianza, Oxfam: i super ricchi raddoppiano le fortune, 5 miliardi di persone rimangono in povertà (Foto Pixabay)

I cinque uomini più ricchi del mondo aumentano la propria fortuna contro cinque miliardi di persone più povere che rimangono in povertà. I profitti delle corporation contro i lavoratori che hanno perso il loro potere d’acquisto. Il mondo è schiacciato dalle disuguaglianze. E “Disuguaglianza: il potere al servizio di pochi”, è l’ultimo report di Oxfam pubblicato in occasione del meeting annuale del World Economic Forum che si svolge a Davos dal 15 al 19 gennaio 2024.

Un’epoca di crescente disuguaglianza

Elevate e crescenti disuguaglianze rappresentano un tratto tristemente distintivo dell’epoca in cui viviamo. Le recenti gravi crisi hanno ampliato disparità e fratture sociali, inaugurando quello che non stentiamo a definire come il “decennio di grandi divari” con miliardi di persone costrette a vedere crescere le proprie fragilità e a sopportare il peso di epidemie, carovita, conflitti, eventi metereologici estremi sempre più frequenti e una manciata di super-ricchi che moltiplicano le proprie fortune a ritmi parossistici”, spiega Oxfam.

Il quadro internazionale è quello di un decennio di divari grandi, enormi, crescenti. Oggi, spiega Oxfam, i miliardari globali sono, in termini reali, più ricchi di 3.300 miliardi di dollari rispetto al 2020 e il valore dei loro patrimoni è cresciuto tre volte più velocemente del tasso di inflazione.

Dall’inizio della pandemia i 5 uomini più ricchi al mondo hanno più che raddoppiato le proprie fortune, a un ritmo di 14 milioni di dollari all’ora, mentre la ricchezza aggregata di quasi 5 miliardi delle persone più povere non ha mostrato barlumi di crescita. Ai ritmi attuali, nel giro di un decennio potremmo avere il primo trilionario della storia dell’umanità, ma ci vorranno oltre due secoli (230 anni) per porre fine alla povertà.

Le 10 società più grandi del mondo hanno un valore in borsa che supera il prodotto interno lordo combinato di tutti i Paesi dell’Africa e dell’America Latin. Di queste, 7 hanno un miliardario come amministratore delegato o azionista di riferimento.

E il 2023 appena trascorso sarà ricordato come “l’anno più redditizio di sempre per le grandi corporation. Complessivamente, 148 tra le più grandi aziende al mondo hanno realizzato profitti per circa 1.800 miliardi di dollari tra giugno 2022 e giugno 2023 con un aumento del 52,5% degli utili rispetto alla media del quadriennio 2018-21. Per ogni 100 dollari di profitti generati da 96 tra i maggiori colossi globali, 82 dollari sono fluiti ai ricchi azionisti sotto forma di dividendi o riacquisti delle azioni proprie”.

La perdita di potere d’acquisto dei lavoratori

Chi invece non viene ricompensato e perde potere d’acquisto sono invece i lavoratori. L’analisi di Oxfam sui dati della World Benchmarking Alliance relativi a 1.600 tra le più grandi aziende del mondo rivela come “solo lo 0,4% di esse si sia pubblicamente impegnato a corrispondere ai propri lavoratori un salario dignitoso e a supportarne l’introduzione lungo le proprie catene di valore. Inoltre, mentre durante la fase più acuta della crisi inflattiva le imprese sono riuscite a tutelare i propri margini di profitto, ampi segmenti della forza lavoro hanno perso potere d’acquisto, collocandosi tra i perdenti del conflitto distributivo insito alla crisi del caro-prezzi”.

Così per quasi 800 milioni di lavoratori occupati in 52 Paesi i salari non hanno tenuto il passo dell’inflazione. Sono diminuiti per un equivalente di 25 giorni, quasi uno stipendio mensile in meno per ogni lavoratore.

La disuguaglianza e il potere

Queste disuguaglianze vengono spiegate dalla dinamica del potere. Scrive Oxfam: “A finire sotto i riflettori, nel contesto internazionale, è la dimensione economica del potere, la cui accresciuta concentrazione – sospinta dal rilassamento delle politiche di tutela della concorrenza e “agevolata” dalla finanziarizzazione dell’economia e dalla sempre più marcata presenza del settore privato nella sfera pubblica – ha incrementato le rendite di posizione, indebolito il potere contrattuale dei lavoratori, soprattutto quelli meno qualificati, e prodotto forti sperequazioni nei premi distribuiti dai mercati. Una redistribuzione alla “rovescia” con un trasferimento di risorse da lavoratori e consumatori a titolari e manager di grandi imprese monopolistiche con conseguente accumulazione di enormi fortune nelle mani di pochi”.

Fra le azioni che aumentano la disuguaglianza ci sono l’elusione fiscale e il ricorso ai paradisi fiscali. Insieme alla privatizzazione dei servizi pubblici.

“ In tutto il mondo, – denuncia Oxfam – si registra da anni una crescente tendenza alla privatizzazione dei servizi pubblici, alla mercificazione di servizi di primaria importanza come l’acqua, l’istruzione, l’assistenza sanitaria ed un accesso ai servizi riservato solo a chi può permettersi di pagare”.


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