Disoccupazione, stime Istat: a gennaio 12,9%, quella giovanile balza al 42,4%
Nuovo record per la disoccupazione in Italia: secondo i dati provvisori dell’Istat, a gennaio il tasso di disoccupazione è balzato al 12,9%, in rialzo dello 0,2% su dicembre e dell’1,1% su gennaio 2013. E’ il dato più alto dal primo trimestre del 1977. I disoccupati sono quasi 3,3 milioni. Ma è sempre il tasso di disoccupazione giovanile, per la fascia tra i 15 e i 24 anni, a stupire: a gennaio è pari al 42,4%. I giovani in cerca di un lavoro sono 690mila. Negli anni della crisi (2008-2013) quasi un milione di italiani è uscito dal mercato del lavoro.
Il lavoro quindi sarà il vero problema del 2014, che non registra per ora miglioramenti sul fronte dell’occupazione. Secondo l’Istat in tutto il 2013 gli occupati sono diminuiti di 478 mila persone (-2,1%) rispetto al 2012, (quasi mezzo milione di occupati in meno). Si tratta della maggiore emorragia di occupati dall’inizio della crisi.
I disoccupati, nella media del 2013, hanno raggiunto quota 3,1 milioni con un aumento del 13,4% rispetto al 2012; quasi la metà dei disoccupati risiede nel Mezzogiorno (un milione 450 mila). L’anno scorso il tasso medio di disoccupazione è arrivato al 12,2%. Era al 10,7% l’anno precedente. Nel 2013 è sceso anche il lavoro precario (-197mila unità tra dipendenti a tempo determinato e collaboratori).
Tra il 2008 e il 2013, gli anni della crisi, si contano complessivamente 984 mila occupati in meno: significa che un milione di italiani è uscito dalla schiera degli occupati.
“I giovani che si sono dati alla ricerca attiva del lavoro hanno ricevuto in media 20 porte sbattute in faccia durante l’ultimo anno”. E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti/Ixe’ secondo cui la grande maggioranza del 41% ha presentato un numero di domande di lavoro compreso da 1 a 5 nell’arco di un intero anno, ma c’è un 14% di giovani che durante l’anno ha ricevuto oltre 50 risposte mancanti o negative, di fronte alla richiesta di lavoro. Una situazione che ha sicuramente spinto una percentuale del 44% di giovani a non presentare alcuna domanda di assunzione o lavoro.
“Da sottolineare il fatto che – continua la Coldiretti – l’80% dei giovani fino a 34 anni dichiari di conoscere qualcuno che ha trovato lavoro grazie alle raccomandazioni che gli scandali e le difficoltà economiche non hanno fatto venir meno. In un Paese vecchio come l’Italia il mancato inserimento dei giovani nel mondo del lavoro è una perdita di risorse insopportabile se si vuole tornare a crescere – ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo – Negli ultimi 5 anni in Italia sono aumentati percentualmente, tra gli occupati, gli over 55 mentre sono calati i lavoratori più giovani a differenza di quanto è avvenuto in tutti gli altri Paesi industrializzati secondo il rapporto “Global Employment Trends 2014”.
“La situazione non è mai stata così drammatica – commentano Federconsumatori e Adusbef – Si tratta di un sintomo estremamente indicativo delle condizioni precarie dell’intero sistema economico. L’andamento dell’occupazione, infatti, risente della grave crisi della domanda di mercato dettata, a sua volta dalla perdita o dalla mancanza di lavoro. Basti pensare che, secondo quanto rilevato dall’Osservatorio Nazionale Federconsumatori la contrazione dei consumi è stata del -4,7% nel 2012, del -3,4% nel 2013, mentre nel 2014 si prevede da parte dello stesso Osservatorio un’ulteriore frenata del -1,1%.
“Oggi è chiaro più che mai che il lavoro è una delle priorità assolute da affrontare. È in gioco il futuro del Paese, delle famiglie e dell’intero sistema produttivo. Chiediamo pertanto un immediato rilancio degli investimenti per lo sviluppo e la ricerca, fondamentali per la ripresa dell’occupazione – dichiarano i due Presidenti Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti – Oltre a tale aspetto è necessario intervenire immediatamente per il rilancio del potere di acquisto delle famiglie, diminuito del -13,4% dal 2008 ad oggi, attraverso una detassazione per il reddito fisso, lavoratori e pensionati. Ogni risorsa ricavata dall’attuazione di tagli a sprechi, privilegi e costi della politica, nonché un’intensificazione della lotta all’evasione fiscale andrà destinata a tale scopo”.