Diritto d’asilo, Amnesty a Conte: cooperazione e solidarietà al centro della riforma
“La creazione di un nuovo sistema di equa distribuzione delle responsabilità tra stati membri per i richiedenti asilo è l’unica giusta soluzione di lungo termine per tutti gli stati interessati e per i rifugiati”. Così Amnesty International interviene nel dibattito sulla riforma del diritto d’asilo in Europa. Oggi il direttore generale di Amnesty Italia, Gianni Rufini, ha inviato una lettera al presidente del Consiglio Giuseppe Conte in cui si legge: “Il rispetto degli obblighi internazionali, la cooperazione e la solidarietà devono essere al centro delle attività di soccorso in mare e della riforma del sistema d’asilo europeo”.
Questa è diventata ancor più urgente dopo la drammatica vicenda della nave Aquarius, con i suoi 629 disperati lasciati nel mar Mediterraneo fin quando la Spagna ha dato il via libera a farli attraccare a Valencia dopo un viaggio lunghissimo. “Il rifiuto di Malta e dell’Italia di permettere alle persone già traumatizzate ed esauste di attraccare nei loro porti è un gioco politico crudele, che mette a rischio la vita delle persone”, aveva denunciato Amnesty chiedendo all’Europa di smettere di giocare con le vite umane e di mettere mano a una riforma del diritto d’asilo europeo. “I leader europei che si incontrano a Bruxelles alla fine di giugno hanno un’opportunità storica per modificare un sistema di asilo ingiusto che non funziona né per i rifugiati né per le persone in Europa – dice Amnesty –Questo modello deve essere sostituito con uno equo, efficiente e compassionevole basato sulla distribuzione dei richiedenti asilo tra tutti i paesi dell’Unione europea”.
Oggi dunque la lettera inviata al premier Conte, prima dell’incontro col presidente del Consiglio europeo Donald Tusk. Nella lettera Rufini auspica che l’Italia rimanga esempio di generosità e umanità nel soccorrere i rifugiati nel Mediterraneo e che si faccia promotrice di una riforma del sistema d’asilo europeo più equa e solidale verso i paesi, come l’Italia, che hanno maggiormente contribuito ad affrontare i flussi migratori degli ultimi anni.
Quanto accaduto alla Aquarius fa sì che il sistema di ricerca e soccorso nel Mediterraneo sia entrato in una fase di “pericolosa imprevedibilità”, prosegue Amnesty: “L’Italia dovrebbe discutere urgentemente e in modo solidale e cooperativo con gli altri governi europei come gestire i salvataggi e gli sbarchi di rifugiati e migranti in modo rispettoso del diritto internazionale e che assicuri la sicurezza di tutti coloro che sono coinvolti da operazioni di salvataggio, nonché l’accesso alla protezione e una condivisione più equa delle responsabilità per l’accoglienza e l’esame delle domande di protezione”. Il prossimo appuntamento di rilievo in Europa sarà il Consiglio europeo di fine giugno. Per Amnesty tutti gli stati della Ue devono accettare “un equo meccanismo di distribuzione delle persone bisognose di protezione, cui tutti gli stati membri contribuiscano in maniera solidale”. L’attuale sistema d’asilo europeo non è adeguato a sostenere chi fugge da guerre e persecuzioni, perché “smembra le famiglie, incoraggia gli stati a scaricare le proprie responsabilità gli uni sugli altri anziché incentivare la cooperazione” ed è gravato da un eccesso di burocrazia. Gli Stati di frontiera come l’Italia soffrono il disagio legato alla regola dello Stato di primo arrivo.
“Una riforma radicale del sistema di Dublino è perciò urgentemente necessaria – si legge nella lettera che Amnesty ha inviato a Conte – Il Parlamento europeo ha adottato la propria posizione sulla riforma di Dublino nel novembre scorso con il supporto di un’ampia maggioranza di tutti i gruppi politici. La posizione del Parlamento europeo fa della solidarietà e dell’equità attraverso la condivisione delle responsabilità una componente fondamentale della riforma, cambiando l’attuale ingiusta logica che assegna ogni responsabilità allo stato di primo arrivo. Amnesty International considera la posizione del Parlamento europeo un passo decisivo e positivo nella giusta direzione, che offre un nuovo paradigma che merita l’attenta considerazione del Consiglio europeo”.
“Creare un sistema che sia più equo ed efficace è possibile – conclude Amnesty – Le popolazioni europee e coloro che fuggono verso l’Europa meritano un sistema migliore dell’attuale: un sistema equo e sostenibile che sia coerente con i principi di rispetto per la dignità umana su cui l’Unione europea si fonda”.