Si è aperta ieri l’udienza davanti alla Corte Distrettuale di San Francisco, California, per la class action introdotta dai consumatori americani contro Volkswagen per il dieselgate. La casa automobilistica ha presentato al giudice il piano dei risarcimenti degli automobilisti nordamericani in possesso di un’auto diesel Volkswagen: impegno a riacquistare l’auto, riparazioni per renderla conforme agli standard, risarcimenti di migliaia di dollari. E da noi?

In Europa è tutt’altra musica: da noi Altroconsumo, insieme alle associazioni di consumatori di Belgio, Spagna, Portogallo e degli altri paesi UE, riunite nel BEUC, hanno chiamato a rispondere la casa di Wolfsburg agli oltre 8 milioni di possessori auto – sinora senza nessuna risposta concreta, se si tralasciano tentativi di silenziare la protesta sollevata dallo scandalo, come l’episodio denunciato da Altroconsumo tre settimane fa.
In Europa e in Italia, Volkswagen approfitta di leggi meno stringenti e di Tribunali meno efficienti: gli oltre 22mila preaderenti alla class action intentata da Altroconsumo contro Volkswagen davanti al Tribunale di Venezia aspettano insieme all’organizzazione di consumatori la decisione sull’ammissibilità dell’azione. La posta in gioco è il degno risarcimento per una pratica commerciale scorretta, illegale, avendo venduto migliaia di auto con motore Diesel le cui prove di omologazione sono state falsate ad arte. Altroconsumo ha chiesto il rimborso di almeno il 15% del prezzo dell’automobile per i 22mila preaderenti all’azione risarcitoria collettiva.
Il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Graziano Del Rio, sollecitato formalmente dall’Associazione dei consumatori ad effettuare i test sulle emissioni delle auto per portare chiarezza nel mercato italiano (ne erano stati promessi 1000 appena scoppiato lo scandalo), non risponde. Per aderire alla class action, iscriversi qui.

Parliamone ;-)