Una moda pulita, senza  sostanze chimiche pericolose, è già possibile. Il 15% dell’industria tessile mondiale, dall’alta moda allo sport, ha già intrapreso la strada verso l’eliminazione delle sostanze chimiche pericolose dalle filiere produttive entro il 2020. A sette anni dal lancio della campagna Detox è tempo di primi bilanci per Greenpeace, che in un rapporto di Greenpeace Germania  (Destination Zero: seven years of Detoxing the clothing industry) evidenzia i progressi delle ottanta aziende, tra cui case dell’alta moda, dell’abbigliamento sportivo e numerose aziende tessili.  Questa rappresentano appunto il 15% della produzione mondiale dell’abbigliamento in termini di fatturato. 

Su ottanta aziende impegnate in Detox, circa sessanta sono italiane. Ci sono i grandi marchi e numerose realtà tessili più piccole, in maggioranza del distretto tessile di Prato. Qui fra l’altro numerose aziende hanno sottoscritto il primo impegno collettivo per eliminare le sostanze chimiche pericolose dalla filiera; molte in effetti non vengono più usate.

“Negli ultimi anni sono stati fatti grandi passi in avanti nell’eliminazione delle sostanze chimiche pericolose che inquinano le acque del Pianeta e, questo importante cambio di direzione nell’industria dell’abbigliamento, è stato senza dubbio innescato dalla campagna Detox – ha detto Bunny McDiarmid, Direttrice Esecutiva di Greenpeace International –Grazie alla campagna di Greenpeace le aziende hanno iniziato ad assumersi le proprie responsabilità sull’intero processo produttivo, non limitandosi a garantire la sicurezza del solo prodotto finito”.

La campagna di Greenpeace ha permesso di individuare  una lista di sostanze chimiche da eliminare nei processi produttivi dell’abbigliamento e ha portato maggiore trasparenza nella filiera. Oggi infatti le aziende impegnate in Detox pubblicano le emissioni di sostanze chimiche pericolose nell’ambiente sia dei propri fornitori che dei subfornitori. Tra gli altri traguardi raggiunti dalla campagna bisogna poi ricordare la completa eliminazione dei PFC (composti poli- e per-fluorurati), utilizzati comunemente nei trattamenti idrorepellenti e antimacchia, da parte del settantadue per cento dei marchi impegnati in Detox.

“I progressi compiuti dalle aziende Detox mostrano che produrre senza sostanze chimiche pericolose è già possibile e alla portata del mercato. Cosa sta ancora aspettando il restante ottantacinque percento dell’industria tessile globale? – chiede Giuseppe Ungherese, Responsabile Campagna Inquinamento di Greenpeace Italia – Vista l’importanza del settore tessile nel nostro Paese ci auguriamo che i responsabili politici intervengano e trasformino Detox in uno standard nazionale che garantisca competitività ad uno dei settori industriali più strategici in Italia”.


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